Altafini: Napoli, non sono mai stato core ngrato

E' uno dei tanti doppi ex della supersfida di stasera al Meazza ma Josè Altafini viene ricordato con piacere più dai milanisti che dai napoletani. Colpa di quel celebre gol che il bomber segnò agli azzurri nel '75 con la maglia della Juve nello scontro diretto che poi decise lo scudetto. Da quel giorno per Napoli Altafini divenne per tutti "core ngrato". Un'etichetta che non è mai piaciuta al giocatore che al Corriere dello sport dice

I brasiliani sono un po’ come i napoletani, perciò a Napoli non mi sono trovato in difficoltà in nessun momento. Mi è dispiaciuto che quando andai via mi dettero del cuore ingrato. Ma non è vero: quando lasciai il Napoli io avevo un contratto ibero e la società non mi chiese di rimanere. Quegli anni erano stati comunque meravigliosi. L’unico rammarico è che non ho vinto niente. A Napoli è tutta una festa, rimpiango il tempo che ho vissuto lì: c’era un’allegria pazzesca. L’ultimo anno con loro avevo il cartellino libero e desideravo tornare a giocare la Coppa dei Campioni. Ecco perché, dopo sette stagioni, decisi di andare alla Juventus

Poi sul Milan ricorda

C’era il direttore sportivo, Gipo Viani, che ce l’aveva con me. Quando il Milan perdeva una partita, lui entrava nello spogliatoio e dava la colpa a me. Tanto che una volta un compagno, Amarildo, si inalberò dicendo: ‘Ma come, date sempre la colpa a lui?’. Così a un certo punto io feci un’annata bruttissima perché non stavo a posto, non ero tranquillo, e così chiesi di andare via. Ci fu una trattativa con la Juventus che però non piacque al presidente Felice Riva. Così alla fine approdai al Napoli. Ma andai via non perché ce l’avessi col Milan: ce l’avevo con quel dirigente