Allegri e Tevez 7 anni dopo l'insulto che fece storia: cosa si son detti

Il giorno in cui Max Allegri cambiò soprannome e da "acciughina" per un certo periodo (e a volte ancora oggi, quando qualcuno vuole offenderlo) divenne "el cagòn" è il 6 maggio del 2015. Si gioca Juventus-Real Madrid e a trascinare i bianconeri al successo per 2-1 è Carlitos Tevez, autore di un assist e di un gol su rigore. L'argentino fu sostituito a 5' dalla fine per difendere il risultato ma l'Apache la prese malissimo e rivolgendosi alla panchina insultò pesantemente Allegri dicendogli: "¡Cagon! Puto!" . Un marchio a fuoco sulla pelle del tecnico livornese, che però seppe gestire bene la vicenda. 

Tevez domenica scorsa era all'Allianz Stadium per tifare per i bianconeri contro l'Inter e alla vigilia Allegri si era detto felice

Sono molto contento di vedere Tevez domani sera, è stato un grande campione per la Juventus e per il calcio mondiale. Fortunatamente ho allenato tanti campioni e quando li rivedo provo grandi emozioni. Mi hanno lasciato tanto e mi hanno insegnato tanto e mi danno sempre delle emozioni.

I due si sono poi ritrovati, sette anni dopo il celebre insulto, e si sono parlati. Cosa si sono detti?

Baci e abbracci tra i due. Max ha accolto l’Apache gridandogli: “Bomber!“. Dopo i vari convenevoli, l’allenatore da buon toscano se l’è cavata con una battuta: “I miei capelli rispetto a 7 anni fa? Finiti. Se ci tieni, ai tuoi, non fare l’allenatore“. Tevez ha anche incontrato tutto lo staff tecnico e dirigenziale bianconero al gran completo. Il vicepresidente Nedved gli ha detto: “Puoi ancora giocare, secondo me“. Tra gli ex dei suoi tempi, Simone Padoin: “Come stai? Io do una mano ad Allegri oggi. Ho sentito che vuoi fare l’allenatore, giusto?“. E poi, ancora oggi in campo, i due senatori Chiellini e Bonucci a cui Tevez ha dato del “Presidente e vice presidente”.