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Us Open, Pennetta: Dopo ko nel primo set mi sentivo persa

10/09/2015 14:42

Us Open, Pennetta: Dopo ko nel primo set mi sentivo persa |  Sport e Vai
Era dal 1960 che non c’erano due italiani contemporaneamente in semifinale in un torneo dello Slam: Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola al Roland Garros nel 1960. Sono trascorsi 55 anni e la storia si ripete agli Us Open, dove a centrare il prestigioso traguardo sono state prima la Vinci e poi la Pennetta che ha vinto la battaglia di due ore e mezza contro la Kvitova: “Dopo aver perso il primo set non pensavo di poter vincere – sottolinea – ho continuato a lottare su ogni punto, non mi sono mai arresa. In campo contava tutto. Il caldo, la tensione pazzesca, quello che volevi fare e quello che non dovevi fare. E’ un’emozione indescrivibile vincere in uno stadio del genere davanti a tanto pubblico. Contro Petra avevo vinto le prime tre sfide e perso le ultime tre - racconta Flavia - ma quando due giorni fa dicevo che i miei successi non contavano lo pensavo davvero. L’avevo battuta prima che lei poi conquistasse due titoli a Wimbledon, E’ la numero quattro del mondo non per caso”. Lo ha rifatto a New York, il suo torneo, dove vanta due semifinali e quattro quarti nelle ultime sette partecipazioni. “Soprattutto nel terzo set - spiega l’azzurra - sapevo di essere al limite, così come lo era lei. Avevamo entrambe l’acqua alla gola. Ho continuato a fare quello che con il mio coach avevamo stabilito prima della partita. Cercavo di fare molta attenzione al suo servizio mancino da sinistra e di resistere alle sue prime due, tre bordate per poi muoverla”. Pennetta-New York è diventato un binomio perfetto. Lo Slam a stelle e strisce è quello in cui ha sempre ottenuto i risultati migliori. “Mi fanno tutti questa stessa domanda, ma in realtà non esiste una risposta precisa – ha detto – mi piace giocare qui, ma non c’è niente di diverso o speciale rispetto alla routine degli altri tornei”. E’ innegabile il feeling con New York. “Amo questa città per i suoi mille colori, per la sua vitalità. Appena arrivo mi sento sempre a mio agio, come succede ad esempio ad Acapulco, un altro torneo che adoro. New York per due settimane è perfetta, ma c’è troppo caos, troppo traffico. Preferisco le città più piccole, a dimensione d’uomo”.

Tags: pennetta Vinci us open kvitova

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