Manager Pistorius: Viveva con la paura di essere rapinato

Nel corso del processo a Oscar Pistorius, accusato di omicidio volontario della fidanzata Reeva Steenkamp, è stato ascoltato oggi come testimone il suo manager, Peet van Zyl, che ha sottolineato come l’atleta paralimpico vivesse col terrore di essere rapinato o aggredito e che il suo rapporto con la ragazza era esemplare. L’agente di Pistorius ha ricordato parecchi episodi in cui il suo assistito ha mostrato di avere una preoccupazione smisurata di poter essere vittima di un crimine. Lo sprinter chiudeva sempre la porta a chiave negli hotel e nei ristoranti sceglieva un posto dove era visibile l’uscita. L’ossessione sulla sicurezza è uno dei temi forti su cui punta la difesa dell’atleta per giustificare il comportamento che ebbe la sera del 14 febbraio 2013 quando sparò alla fidanzata pensando – secondo la sua versione –che si trattasse di ladri. Il procuratore Gerrie Nel ha chiesto al testimone se fosse a conoscenza di una lite con Reeva risalente alle Olimpiadi del 2012, che costrinse il compagno di stanza di Pistorius a chiedere un’altra camera per evitare di assistere alle discussioni telefoniche tra i due fidanzati ma van Zyl ha detto di non esserne a conoscenza e che secondo lui c’era una relazione di vero amore tra i due. Il processo, ripreso ieri dopo uno stop di sei settimane per le visite psichiatriche a Pistorius, riprenderà domani. Stefano Grandi