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Ciclismo, Pantani: un vuoto enorme e tanti dubbi a 10 anni dalla morte

14/02/2014 10:17

Ciclismo, Pantani: un vuoto enorme e tanti dubbi a 10 anni dalla morte |  Sport e Vai

Marco-pantani

L'immagine più bella di Marco Pantani non è quella delle sue vittorie, del suo Giro d'Italia, del suo Tour de France, della braccia al cielo nelle tappe vinte di montagna. Era quando si alzava sui pedali che "Il Pirata" sognava e faceva sognare, tra le ali di folla che incitavano il suo nome. Lui con lo scatto di Bartali e quell'aurea da personaggio introverso alla Coppi aveva catalizzato su di se le attenzioni del ciclismo e non solo. Forse troppo. A 10 anni, proprio oggi dalla sua morte, si è tornati a parlare di quel maledetto 14 febbraio quando fu trovato senza vita in quell'albergo di Rimini tra incongruenze, ipotesi di omicidio e ricordi degli ultimi istanti della sua vita ancora poco chiari.

"Marco non tornerà mai, ma io aspetto ancora la verità, su Rimini come su Madonna di Campiglio" ha detto all'ANSA Tonina Pantani, la mamma del Pirata che più di tutte, in questi 10 anni, si è battuta perchè la verità venga fuori, per ripulire l'imagine del figlio troppe volte bistrattato come un drogato e dopato qualunque. “Il mio dubbio più grande e' che Marco possa essere stato ucciso”, ha ammesso mamma Pantani. Sull’inchiesta: "Non mi sono mai rassegnata. Si va avanti. Presto ci saranno novità". E poi c'è quell'altro cruccio, il 5 giugno 99 quando Pantani dominatore di quello che sarebbe stato il suo secondo Giro d'Italia, venne trovato con un alto tasso di epo a Madonna di Campiglio prima dell'ultima tappa di montagna. Secondo mamma Pantani è stato un “controllo fuori controllo. Di quel giorno mi sono rimasti dentro tanti dubbi" - è il pensiero di Tonina Pantani.

Che è un fiume in piena. Su Lance Armstrong: "Non ce l’ho con lui, tutti i ragazzi sono prede del sistema, però Marco l’aveva sempre detto, aveva lasciato scritti, e una maglia rosa che ho trovato due anni dopo, su cui aveva scritto "la vera ferita è Armstrong".

Tanti dubbi ma una sola certezza, quel Pantani che scattava in faccia a tutti, da Indurain a Ullrich, da Tonkov ad Armstrong manca tanto. Il ciclismo di una certa epoca no.

 


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