Federer: Spero solo che mi ritirerò quando lo deciderò io

Non ha ancora sciolto i dubbi sulla sua partecipazione al Roland Garros ma Roger Federer è sempre di buon umore. In un'intervista al Telegraph il campione svizzero rivela come sia “normale” la sua vita quando torna qualche mese all'anno nella casa che ha a Valbella. King Roger si sente proprio un cittadino come gli altri e si allena al centro sportivo pubblico. "Devi prenotare il campo. Facciamo che lo prenoti dalle 4 alle 6 di pomeriggio, devi andare e aspettare di fronte a una porta fino alle 3:59. Poi lentamente la apri, vedi che se ne stanno andando ed entri. E dicono: 'Oh! Posso fare una foto?' Non c'è problema. Se ne vanno e giochi fin quando non vengono gli altri. Mi piace questa cosa. Mi mantiene coi piedi per terra, pago pure per prenotare il campo...". Il n.4 al mondo parla poi dei 24 titoli vinti tra il 2003 e il 2005. "Era come essere su un treno ad alta velocità. Ho imparato tante cose: come comportarmi nei talk show, sui red carpet, come gestire la pressione, il rapporto con la stampa, i viaggi. Nel 2008 invece sentivo di aver fatto un passo indietro. Il bello è arrivato nel 2009, quando finalmente ho vinto il Roland Garros, Mirka era incinta, le bambine sono nate, ho vinto Wimbledon e ho battuto il record dei 14 titoli Slam di Pete Sampras, ndr). Fu un'estate da sogno. Cercavamo di tenere nascosta la sua gravidanza, ed è stato divertente perché non volevamo che le persone lo sapessero e alla fine ce l'abbiamo fatta a tenerlo segreto. Se la paternità ha allungato la mia carriera? Sì anche se in Australia nel 2009 abbiamo saputo che sarebbero nate delle gemelle e Mirka era molto preoccupata che sul piano logistico non sarebbe andata bene, lei a casa e io a giocare. Era triste per questo fatto e le ho detto: 'Non devi preoccuparti nemmeno per un secondo. In qualche modo ce la faremo'”. Poi il suo segreto per durare tanto ai vertici: "Bisogna essere affamati. Se perdo al secondo turno ogni settimana, va bene che mi rende felice essere a posto fisicamente, ma non mi rende particolarmente contento come tennista. Uno che ha avuto così tanto successo come me non può essere entusiasta dall'idea di raggiungere il secondo turno. Allo stesso tempo ciò non significa che devo finire da numero uno o realizzare alcune cose. Alcune persone penseranno sempre che ci sia un momento perfetto per ritirarsi, ma diamo tempo al tempo. Spero solo che mi ritirerò quando lo deciderò io".

Stefano Grandi