Cio incerto su presenza team-profughi a Tokyo 2020

La partecipazione del team dei profughi alle Olimpiadi è stato uno dei momenti più toccanti di Rio 2016 ma non è sicuro che la cosa si ripeterà anche a Tokyo 2020. Il Cio è indeciso, come ha spiegato Pere Miro, vicedirettore generale dei rapporti con il Movimento Olimpico. L'operazione a Rio era stata effettuata per far aumentare la consapevolezza globale del problema e ricordare al mondo la situazione dei profughi: “Averli a Rio non era un obiettivo in sé ma un mezzo per porre il problema agli occhi del mondo, per Tokyo non abbiamo ancora deciso, vedremo”. Nel corso dell'ultimo anno ci sono stati oltre un milione di profughi in Europa, provenienti dalla Siria e da altri paesi. La squadra olimpica dei rifugiati comprendeva 10 atleti, 5 provenienti dal Sudan meridionale, due dalla Siria, due dalla Repubblica Democratica del Congo e uno dall'Etiopia. Miro ha assicurato che il Cio avrebbe continuato a sostenere tutti e 10 nella loro ricerca di realizzazione sportiva o semplicemente per avere una vita normale lontano dalla guerra e dalla violenza. "Non abbiamo abbandonato i 10 atleti", ha detto. "Continuiamo a lavorare con loro. Abbiamo il dovere di continuare a farlo”.