Napoli: L'equivoco Zielinski e il calo di Callejon fanno riflettere

Dimenticare la due-giorni di pacche sulla spalla, gli elogi di Guardiola, la sconfitta a testa alta e tornare sulla terra pensando all'Inter. Il Napoli si è risvegliato con la testa confusa, tra il rammarico per aver regalato mezzora al City, la delusione per la mancata rimonta e il cruccio Insigne ma Sarri deve riflettere anche su altri temi in vista della ripresa del campionato e del prossimo tour de force. Da qui al 5 novembre, prima della prossima sosta per le nazionali, il Napoli è atteso da altre partite di fila (nell'ordine Inter, Genoa, Sassuolo, il ritorno col City e il Chievo) ed al di là dei differenti valori degli avversari dovrà far tesoro anche delle cose che in Inghilterra non hanno funzionato. Il tecnico azzurro si è dovuto difendere dalle velate accuse di aver lasciato fuori Allan e Jorginho col City e giustamente ha sottolineato che se non si possono cambiare neanche due uomini vuol dire che la rosa non è all'altezza ma il punto è un altro. Non è la prima volta che un centrocampo con Hamsik e Zielinski insieme soffre, specie se opposto a una squadra forte e il vero equivoco – al di là della forma altalenante del capitano che è stato tra i peggiori – è la posizione in campo del polacco. Zielinski non è e non sarà mai Allan ma soprattutto non ha le caratteristiche dell'incontrista. Utilizzato così viene mortificato il suo talento e si rischia che la squadra ne risenta quando c'è da soffrire. Alla vigilia Sarri aveva bluffato rilanciando le azioni di Rog (“verrà tenuto in considerazione”) ma alla fine ha buttato nella mischia Zielinski che per larghi tratti del match è stato una zavorra. Altro punto importante è la condizione fisico-mentale di alcuni big. Già a Roma si era visto che Mertens e Callejon stavano accusando un lieve calo e con la Guardiola-band le loro difficoltà sono venute ancor più alla luce. Vero è che il meccanismo del Napoli è così preciso che se non c'è la collaborazione di tutta la squadra la grande Bellezza rischia di diventare una Grande Sciocchezza ma sia il belga che lo spagnolo non sono riusciti ad emergere neanche quando il resto del gruppo si è ripreso, sfiorando la rimonta. Vuol dire che se già a metà ottobre c'è qualcuno che deve rifiatare bisogna tenerne conto. Ci vuole il coraggio di poter lasciare fuori anche qualche titolarissimo (non lo sono né Jorginho né Allan, gli unici che Sarri alterna ogni tanto) per poter sperare di arrivare fino alla fine su tutti i fronti e con minor danni possibili. Questo processo passa anche per la fiducia che va data a chi gioca meno, che deve essere tenuto sempre sulla corda e responsabilizzato. Qualche volta, è chiaro, si rischia di lasciare qualche punto per strada, è possibile, ma alla lunga è una tattica che porta solo risultati positivi.

Stefano Grandi