27/08/2017 09:18
Un avvio da incubo, una grande reazione, un Dybala immenso. E, in mezzo, le ormai 'consuete' apprensioni, in negativo e in positivo, provocate dalle decisioni del Var. Il 4-2 della Juventus a Marassi ha scacciato i fantasmi del ko dello scorso campionato e, soprattutto, ha chiarito un aspetto determinante a tutte le altre pretendenti al trono: la squadra da battere è sempre quella di Allegri.
Non solo la tripletta, anzi. Della Joya ha impressionato molto di più la capacità di prendere per mano la Juventus nel momento più critico. Sotto di due reti dopo 7', i bianconeri si sono letteralmente aggrappati all'argentino, che li ha condotti per mano verso la rimonta e il sorpasso. Tre gol, numeri d'alta scuola in mezzo al campo, passaggi illuminanti, leadership: certo, il Genoa non era il Real Madrid, ma un Dybala così probabilmente non si era mai visto. Con la 10 sulle spalle.
In campo dall'inizio c'erano solo giocatori già in rosa l'anno scorso. Proprio gli stessi presi a pallonate dal Genoa in un 3-1 che fa ancora male. Non è un caso, probabilmente, che la Juventus stavolta abbia reagito. Allegri nei giorni precedenti la gara aveva sottolineato molto il ricordo della precedente disfatta. A differenza di 9 mesi prima, stavolta i bianconeri ci hanno creduto e hanno completato la rimonta. E nella ripresa hanno tratto linfa dall'innesto dei nuovi, Matuidi e Bentancur, già in clima campionato.
La difesa che ha (ancora) ballato, un Higuain ancora appesantito e incapace di fare la differenza, una fluidità di gioco che manca e che si accende soltanto grazie all'estro dei singoli, Dybala in primis: Allegri dovrà lavorare su questi aspetti per cercare di riconsegnare alla Juve quei meccanismi perfetti che hanno fruttato 6 scudetti di fila e 2 finali di Champions. Soprattutto la difesa va registrata: nonostante lo schieramento a 4, il Genoa si è presentato troppe volte davanti a Buffon, ancora una volta - come col Cagliari - determinante. E il rendimento di Rugani desta ancora perplessità.
Due rigori contro in due partite di campionato consecutive non si vedevano da decenni. Se il penalty concesso al Genoa (con Galabinov in fuorigioco) ha fatto esultare gli anti-juventini di tutta Italia, ha fatto imbestialire Buffon. "Il calcio non è la pallanuoto, così ci saranno 55 rigori a campionato", ha fatto notare sommessamente il capitano. Stavolta, almeno, un rigore è stato dato anche alla Juve, in chiusura di primo tempo. Ma Gigi ha ragione: così il Var non va. E non è soltanto un gioco di parole.
Tommaso Rizzo