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Ibrahimovic: Ecco perché preferii l'Inter al Milan. Mancini e Mourinho top, Guardiola immaturo

12/12/2017 12:48

Ibrahimovic: Ecco perché preferii l'Inter al Milan. Mancini e Mourinho top, Guardiola immaturo |  Sport e Vai

Zlatan Ibrahimovic si racconta in una lunga intervista a Sky. Il campione svedese parla di Juventus, Inter, Milan, ma non solo. Si comincia dalla scelta di lasciare Torino dopo la retrocessione in B per Calciopoli: "C’erano Inter e Milan su di me, si parlava del loro interesse. Mino Raiola mi ha chiesto se volevo essere il più forte calciatore del mondo o il più ricco e io ho risposto: il più forte. Lui mi ha detto: bravo, il più forte diventa anche il più ricco. La scelta dell'Inter non fu economica, fu una scelta per fare la differenza e rimanere nella storia. Il Milan aveva già vinto la Chmpions, l'Inter non vinceva lo scudetto da 17 anni. All’Inter erano passati Ronaldo, Baggio, Vieri, Pirlo, Seedorf e nessuno aveva vinto. Se vinci dopo 17 anni resti nella storia, se vinci in un club che vince sempre sei uno dei tanti. Per quello ho scelto l’Inter, anche se non era il passo più accettabile per gli juventini. Con me sono venuti anche Vieira, Crespo, Zanetti, Adriano, Maicon: la squadra era completa, dovevamo solo giocare e vincere e abbiamo conquistato il primo scudetto dopo 17 anni". Anche nel secondo anno l'Inter ha vinto: "Mancini era cool. Era un ex calciatore, sapeva com'era il rapporto tra i calciatori e gli allenatori. La Roma stava recuperando, io mi ero fatto male. Prima dell'ultima giornata Mancini disse: non mi interessa, se sta male o no deve entrare in campo. Il problema è vostro. Ricordo bene quel giorno a Parma. Eravamo ancora 0-0 e pioveva tanto. Entro e mi ricordo come era l’azione. Mi danno il pallone in mezzo al campo, tiro ma va fuori. Era difficile portare il pallone avanti con quel campo. La seconda azione, faccio lo stesso movimento, tiro e il pallone entra. In quel momento sai che hai fatto qualcosa di differente. E questo ti dà emozione, ti dà un’adrenalina e ti senti intoccabile, più forte di tutti. Ti senti come Hulk. Ho vinto in tutti i club in cui ho giocato, questa è la mia mentalità. Dove vado vinco. Metto pressione a me stesso ma anche agli altri". Dopo Mancini, Mourinho: "Con José porti l’allenatore, i media, porti tutto con Mourinho. Mi stimolava, era duro, ti mette pressione, ti dà responsabilità ma vuole qualcosa indietro, risultati. Vinciamo il campionato e per la prima volta divento capocannoniere con l’Inter. Se diventi capocannoniere in Italia, puoi farlo ovunque. Il campionato italiano è il più difficile, tatticamente sono più avanti di tutti. Sentivo di volere qualcosa di nuovo, un nuovo stimolo”. Ed ecco il Barcellona: "Avevano vinto la Champions. Ma era difficile portarmi via dall’Inter, il rapporto con Moratti era un gran rapporto. Maxwell aveva firmato con il Barcellona, io gli dissi ti do gli scarpini, portali a Barcellona e aspettami lì, riscaldali. Dopo uno o due giorni si sono incontrati e dopo 20 minuti era tutto fatto. C’erano 70mila persone allo stadio, mi arrivava un’adrenalina e una motivazione che avrei voluto giocare subito. Il bacio allo scudetto? Lo voleva il Barcellona, tutti i giocatori l’hanno fatto. Sembrava il Dream Team,  come quando sono arrivato alla Juventus o come giocare a Fifa”. Con Guardiola non furono rose e fiori: "I primi sei mesi facevo tanti gol e abbiamo vinto Supercoppa Uefa e Supercoppa. I primi mesi furono perfetti. Poi abbiamo cambiato sistema tattico e non andava bene per me. Il club mi disse di parlare con Guardiola, gli dissi che sacrificava gli altri giocatori per Messi. E lui mi disse che mi capiva. E mi ha messo in panchina. Mi evitava, non mi parlava. Il problema era suo. Già il primo giorno mi disse che i giocatori del Barcellona non arrivavano con la Ferrari o la Porsche. Mi giudicava già là. Non è stato il peggiore che ho avuto ma sicuramente è stato il più immaturo. Un uomo risolve i suoi problemi”. 

 


Tags: juventus milan inter zlatan ibrahimovic

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