Calciomercato Inter, Lavezzi: Il calcio italiano? Solo in tv, sto bene qui

Accostato ciclicamente sul calciomercato a squadre italiane, con Inter e Napoli più volte a turno accreditate di agevolare un suo ritorno in serie A, Ezequiel Lavezzi ha escluso l’idea di lasciare il Psg. Ritrovato il feeling con il gol e tornato decisivo, il Pocho ha garantito che il mercato è l’ultimo dei suoi pensieri. Sembra che solo per il resto d’Europa siano scontenti e  vogliosi di andar via gli assi del club parigino, da Cavani in giù ma alla fine tutti restano felici e contenti alla corte dello sceicco. Anche Lavezzi che non sembra avere rimpianti: “A parer mio il Campionato italiano è in difficoltà perchè sono andati via i giocatori più importanti, o comunque solo pochi sono rimasti. Parlandone ora che sono a Parigi sembra che suoni male, ma questo è il mio punto di vista". L’argentino si è presentato oggi in conferenza stampa e dopo gli auguri a Verratti per la paternità (“una grande emozione per lui”) e dopo aver scherzato con l’accenno di barba bianca che porta in viso (“vuol dire che ho più esperienza”) Lavezzi ha giurato fedeltà al Psg: “Al mercato non ci penso proprio, penso a star bene qui e a passare momenti felici a Parigi. La verità è che qui io ci sto bene, sono onorato di giocare col Psg. In Italia ho giocato per 5-6 anni e sicuramente non si dimenticano ma non vuol dire che io non stia bene qui. Il calcio italiano lo guardo in tv e mi basta, non cerco altro. Sto più che bene nello spogliatoio del Psg”. A chi fa notare che la sua posizione in campo è cambiata rispetto ai tempi in cui giocava a Napoli, il Pocho dice: “Sono campionati differenti e diverse sono le strategie di gioco. In Italia le squadra sono più organizzate tatticamente, quando vai in un grande club come il Psg devi adattarti alle circostanze. Ed è quello che ho fatto l’anno scorso e sto facendo ora. Blanc non mi schiera sempre titolare? E’ lui che ga la squadra e decide, io provo a fare il meglio possibile quando sono in campo. E’ ovvio che sono contento quando gioco e lo sono meno quando sto in panchina”.

Stefano Grandi