Golf, Ryder Cup 2016: agli USA la 41esima edizione

Si è conclusa la 41esima edizione della Ryder Cup, il più grande torneo a squadre di golf, che oppone ogni due anni il team Usa a quello europeo.

Dopo tre edizioni consecutive vinte dalla compagine del vecchio continente, stavolta gli Stati Uniti si sono imposti con un netto 17-11 sull’Europa, forti anche del tifo casalingo, vista la location all’Hazeltine Golf a Chaska, nel Minnesota.

Già dalla prima giornata i tradizionali “foursome” hanno decretato il dominio a stelle e strisce: un perentorio 4-0, che ha costretto la squadra capitanata da Darren Clarke ad una miracolosa rimonta, come già avvenne nella Ryder 2012 a Medinah.

Il pomeriggio del venerdì in stile “fourballs” ha permesso agli europei di risalire 5-3, trascinati da Rory McIlroy, dal rookie Thomas Pieters, da Henrik Stenson  e dal duo spagnolo Garcia-Cabrera Bello. Ma dall’altra parte si sono fatti valere in particolare Patrick Reed, Phil Mickelson, Dustin Johnson, e un po’ tutti i 12 componenti del fortissimo team di Davis Love III.

Il sabato si è concluso sul 9,5-6,5, con un putt corto alla 18 sbagliato clamorosamente da Lee Westwood per un mezzo punto che avrebbe significato molto in ottima domenicale. Davvero negativa la prestazione del giocatore inglese, forte di una grande esperienza in Ryder, ma decisamente fuori forma.

E la domenica i 12 incontri individuali hanno sancito quello che già la mattina del venerdì aveva indiziato. Patrick Reed si è confermato leader assoluto degli americani battendo in un match play di alto livello proprio Rory McIlroy, e a nulla sono valse le affermazioni di Cabrera Bello, Stenson, Pieters e Kaymer, a fronte di nuove sconfitte da parte Westwood, Willett, Fitzpatrick, Sullivan, Rose e Wood.

Grande festa in casa Usa per la vittoria della Ryder 2016 quanto mai meritata e sentita, soprattutto a pochi giorni dalla scomparsa di un grande del golf americano come Arnold Palmer.

Ottima la scelta da parte di Love di convocare gli 8 che avevano ottenuto i migliori risultati nell’anno, insieme a 4 wild card di livello. Notevoli in particolate le prestazioni di Reed e Lefty.

Grosse perplessità hanno invece lasciato le scelte del capitano europeo Darren Clarke. A cominciare dalla convocazione di un Lee Westwood davvero inguardabile, e lontano parente del grande giocatore ammirato nelle scorse stagioni. Non è stato il suo anno migliore e il team poteva senza dubbio usufruire di golfisti più in palla, a cominciare dal nostro Francesco Molinari, fresco vincitore dell’Open d’Italia.

Deludenti il Masters Champions Willett, così come Rose, più che discutibili anche le convocazioni di giocatori di medio livello come Sullivan, Wood e l’acerbo Fitzpatrick.