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Napoli, Benitez spaventa i tifosi: Lontano dalla famiglia è dura

17/11/2014 09:43

Napoli, Benitez spaventa i tifosi: Lontano dalla famiglia è dura |  Sport e Vai

L’argomento verrà ripreso all’inizio del nuovo anno ma il tema del rinnovo del contratto di Benitez a Napoli è da tempo un piccolo incubo per i tifosi azzurri, soprattutto per quelli che lo hanno sempre sostenuto anche nei momenti difficili. Ora che la squadra ha ripreso una rotta vincente ed è lanciatissima verso tanti traguardi importanti la speranza è che il tecnico spagnolo si convinca a dire sì a De Laurentiis e a prolungare il suo contratto, in scadenza a giugno. Intervistato dalla Gazzetta dello sport, però, Benitez dice parole poco rassicuranti al riguardo. Se fino ad oggi aveva preferito svicolare alla domanda sul futuro, stavolta appare meno ermetico quando dice: “La mia esperienza mi dice che dobbiamo lavorare al progetto attuale, senza dimenticare di guardare oltre. Parlo spesso con Riccardo Bigon e dico sempre a De Laurentiis che deve garantire il futuro alla società a prescindere dal sottoscritto. Il problema non è il rinnovo, ma la condivisione della strada giusta, che noi condividiamo, e non è un problema di soldi o investimenti. Dobbiamo operare per capire se possiamo vincere qualcosa, se possiamo andare avanti oppure no. E poi ho la mia famiglia lontano, mia moglie e le mie due figlie vivono a Liverpool. E’ la prima volta che non le ho con me e non è facile. De Laurentiis sa bene quanto sia importante il valore della famiglia”. Non sono le sirene della panchina della nazionale spagnola (che si libera però solo nel 2016) ad allontanare Benitez da Napoli, sull’ipotesi di prendere il posto di Del Bosque dice: ”In passato, quando mi veniva posto questa domanda e io rispondevo, il giorno dopo mi ritrovavo sui giornali titoli tipo: Benitez vuole la nazionale. Potrebbe essere un’idea, certo, ma a me piace lavorare sul campo, quotidianamente. Sono un insegnante, laureato all’Inef (la nostra facoltà di scienze motorie), la mia metodologia è insegnare. Io lavoro sulla testa del giocatore, per fargli capire il calcio, non solo su un modulo. Le convocazioni in nazionale di Callejon e la crescita di Koulibaly hanno premiato il loro e il mio lavoro”. Benitez difende il suo lavoro in questo anno e mezzo a Napoli: ”Non ci si può affermare con un fatturato inferiore agli altri. I numeri si devono analizzare nel contesto. Lo scorso anno abbiamo ottenuto 10 successi esterni, 78 punti e 104 gol: non si può dire che non si è fatto bene. Qui in Italia c’è equilibrio perché Lazio, Inter e Milan sono lì, in Spagna la differenza è più ampia. Dopo quattro anni con Mazzarri e la cessione di Cavani, per quello che abbiamo fatto è come se avessimo vinto. E una bella soddisfazione che ho avuto di recente è stato incrociare alcuni tifosi che mi hanno detto, ‘mister, finalmente ora ci divertiamo. Un progetto non dipende da un solo risultato, è importante creare la base per migliorare sempre e avere la possibilità, anno dopo anno, di vincere attraendo giocatori migliori. La Juve è l’esempio: struttura, rosa, organizzazione della società, componenti che si sono consolidate negli anni. I giocatori e la struttura della società fanno la differenza”.

Stefano Grandi     


Tags: napoli de laurentiis benitez bigon del bosque

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