Le regole di Spalletti: Stavolta vuole che le promesse siano mantenute

Per capire le mosse dell'Inter sul mercato bisogna fare un passo indietro e tornare alle parole di fine maggio di Spalletti. Nella conferenza conclusiva della stagione il tecnico nerazzurro, pur senza fare nomi, era stato chiaro. E una cosa in particolare l'aveva ribadita. Ovvero che quella Champions conquistata era stata un mezzo miracolo perchè “mi era stato promesso un mercato che non è stato fatto. Il nostro mercato non era da portarci in Champions League. Non è stato fatto un mercato da 150 milioni come è stato scritto. I giocatori sono stati bravi a portarci in Champions”. Quindi ora Spalletti chiede che vengano rispettati i patti: guai ad illudere i tifosi. Guai a parlare di scudetto. L'allenatore nerazzurro sa che ci sono paletti finanziari (“bisogna far tornare i conti e ci sono dei paletti. Il calcio è cambiato e la Var è un esempio. Prima si poteva spendere quello che si voleva ora no. C’è un settlement agreement che è stato firmato dalla proprietà precedente, noi lo abbiamo ereditato, ma dobbiamo comunque rispettarlo. Prima di fine mese dobbiamo far tornare i conti sul bilancio e per riuscirci dobbiamo riuscire a risanare la società. Ci sono degli specialisti che fanno il loro lavoro. Poi potremo rinvestire mettendoci qualcosa in più sopra, ma fare nomi altisonanti come lo scorso anno diventa difficile”) e quindi sognare troppo può far male. Ma vuole essere accontentato in alcuni punti chiave. Quali? Tra le priorità del tecnico c’è sicuramente un trequartista: per Rafinha si vedrà (si torna a parlare della possibilità di riscattarlo), ma rimane vivo il sogno Nainggolan. Poi il tecnico ha chiesto un laterale destro, un centrocampista, un esterno d’attacco e, se partisse Eder, anche una seconda punta. Il tutto in aggiunta ovviamente a De Vrij, Asamoah e Lautaro Martinez che sulla carta sono già tre titolari nuovi di zecca.