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Villas Boas: All'inizio ti innamori di Mourinho, poi scopri suo lato negativo

05/10/2016 13:57

Villas Boas: All'inizio ti innamori di Mourinho, poi scopri suo lato negativo |  Sport e Vai

VILLAS BOAS MOURINHO -

Insieme all'inizio della carriera: uno, Mourinho, in panchina come allenatore e l'altro, Villas-Boas come suo vice, separati dopo e non solo per la scelta di Villas Boas di camminare sulle proprie gambe. La storia del rapporto tra Andrè Villas-Boas e Mourinho è contorta e l'ex delfino dello Special One prova a raccontarla.

VILLAS BOAS MOURINHO PORTO - I primi passi insieme al Porto, quando Mourinho si fece conoscere al mondo intero conquistando a sorpresa la Champions League. La consacrazione al Chelsea, sempre in coppia: Mourinho come primo allenatore e Villas-Boas come suo vice. Anche nei primi tempi all'Inter stessa storia, poi l'allievo volle diventare come il maestro e fare da solo. Era l'ottobre del 2009 e da lì si incrinò per sempre il rapporto. Villas-Boas ne ha parlato a margine dell’Aspire Academy Global Summit on Football Performance and Science e ha sottolineato: “Sono stato in grado di imparare tante cose, lavorare con lui ti porta su un altro livello, ti innamori, diventa il tuo idolo. Volevo essere come lui, sapere tutto quello che sapeva e volevo assorbire al massimo ogni cosa che mi stava dicendo, dando. Poi si vede anche il lato sbagliato di Josè e quando le cose cambiano ti rendi conto che sei stato accecato da qualcuno. Ha questa affascinante capacità di tirare fuori il meglio di te e questo ha conseguenze buone e cattive sulle persone. La mia conseguenza è stata che, dopo una discussione con lui, ho iniziato la mia carriera da allenatore”.

VILLAS BOAS MOURINHO PORTO RAPPORTO - Il rapporto tra i due è durato ben sette anni e aveva visto i due portoghesi trionfare praticamente ovunque poi la fine, con Villas Boas che già tre anni fa aveva spiegato: “Abbiamo rotto perché io ambivo ad essere maggiormente coinvolto nel lavoro che faceva Mourinho e non volevo più limitarmi a fare l’osservatore o a preparare le partite. Sentivo di avere molto da offrirgli, quindi inizialmente pensai di continuare a lavorare con lui, ma lui non sentiva la necessità di avere qualcun altro al suo fianco come assistente e così decidemmo di comune accordo che fosse arrivato il momento di prendere strade separate. Il mio non è stato un capriccio, ma una scelta per evolvermi perché ero consapevole delle mie qualità. Io e Mourinho non ci parliamo dal 2009 e questo è quanto, ma non perdo di certo il sonno per questo. Del resto, ogni allenatore ruba idee qua e là e se puoi farlo dal migliore al mondo, lo fai, ma nessuno può copiare Mourinho e ogni tentativo di diventare il suo clone fallirebbe. Le nostre rispettive carriere possono sembrare uguali, ma in realtà ci siamo evoluti in modo differente e nessuno di noi ha qualcosa da dover dimostrare all’altro. Sappiamo entrambi che quello che abbiamo vissuto non si cancellerà mai e ci rispettiamo, ma non è più come prima”.

Stefano Grandi

 

 

 


Tags: porto mourinho villas boas

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