Tra De Laurentiis e i tifosi sempre più gelo, San Paolo vuoto con la Fiorentina

Più che il Grande Freddo siamo a livelli di Circolo polare artico. Le ultime esternazioni di De Laurentiis, con la provocazione di portare il Napoli a giocare la Champions a Bari (unite alla solita sincera ma sfacciata priorità data al fatturato, come quando dice “E' importante aumentare la competitività e dunque il fatturato arrivando lontano. Il vero obiettivo è la Champions. Poi se uno riesce a conquistare anche lo scudetto... ma sono 38 partite e non 13. Ma vincere lo scudetto non mi fa fatturare di più, con la Champions sì e posso acquistare giocatori più importanti") hanno allontanato sempre più i tifosi dal presidente. E' il punto più basso di sempre di un amore mai sbocciato e che in questi mesi si è trasformato in guerriglia verbale. Più lo contestano e più lui tira dritto per la sua strada, senza concedere nulla alla “pancia” del tifosi, quasi provocando a ogni intervista. La risposta del popolo si vedrà già sabato contro la Fiorentina: previsto un San Paolo semideserto, solo 10mila biglietti venduti finora e non c'entra l'orario (le 18). I prezzi alti (35 euro per le curve), la guerra col Comune per lo stadio («Per me è un nightmare, un minus e mi toglie dei punti di upgrading a livello internazionale avere un impianto del genere. È un peccato. Per questo, dico basta: non faccio più polemiche e mi costruisco un mio stadio. Punto e basta. Non si può più andare avanti così»), la mancata campagna abbonamenti, il mercato sotto tono, qualche parola detta sopra le righe (“Non riesco a capire questo tendenza distruttiva. Ma poi chi sono questi tifosi che mi contestano? Non sono i 40 mln nel mondo, ma qualche malato, drogato che non capisce nulla. A Napoli poi c'è il gusto del pezzotto, vogliono spendere i miliardi di euro per compare i giocatori, ma poi si fanno il pezzotto, spingono ai tornelli per entrare in più. Loro contestano De Laurentiis, ma io contesto loro") ed ecco che la palla di neve diventa valanga. Al punto da scavalcare l'amore per la squadra, il tifo per Insigne e compagni, la stima di Ancelotti. Una situazione paradossale per un club che puntualmente nell'era De Laurentiis è entrato in Europa, che ha sfiorato lo scudetto lo scorso anno e che ha acquistato (ma anche rivenduto in alcuni casi) campioni importanti. Tornerà prima o poi la pace?

Stefano Grandi