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Spalletti non ci sta più, aziendalista sì ma fino a un certo punto

23/01/2018 10:59

Spalletti non ci sta più, aziendalista sì ma fino a un certo punto |  Sport e Vai

Il tempo degli elogi perenni ai “due direttori”, paragonati a Bono Vox e Springsteen, degli alibi concessi alla società e della difesa del gruppo a ogni costo sta per finire per Spalletti. O forse è già finito, dopo l'1-1 con la Roma che lascia l'Inter nel limbo della paura di perdere quella Champions League considerata a giusta ragione imprescindibile per gli sviluppi dei progetti futuri. A passare per il capro espiatorio e contemporaneamente per lo stupido di turno Spalletti non ci sta. L'Inter non vince da inizio dicembre ma non è più il momento dei “buonismi”. Si sta rivedendo ultimamente l'allenatore “arrabbiato” dei tempi di Roma, quello che prendeva a testate la scrivania alle domande ritenute poco idonee, quello che sa fare la voce grossa. E' sempre stato aziendalista Spalletti dal primo giorno in cui si è seduto sulla panchina dell'Inter. Salvo lo sfogo estivo (“mi sono state fatte delle promesse, se non verranno mantenute verrò a dirvi tutto”) corretto successivamente quando la nuova logica finanziaria di Suning ha cambiato le carte in tavola bloccando il mercato ed ulteriori esborsi. Ora però si cambia. Con tutti. Con i giocatori (“Si fa che chi non è da Inter lo metto fuori e non gioca più"), con chi fa il mercato (“non venitemi a dire che Rafinha può risolvere i nostri problemi, dobbiamo essere noi ad aiutare lui a tornare in condizione”), con la società che non può chiedere la Champions senza dargli i rinforzi giusti e con l'ambiente. Sarà un girone di ritorno caldissimo in casa Inter a vedere i presupposti, col rischio di bruciare in parte le tante conquiste raggiunte nei primi mesi. Ora l'autostima della squadra sta scendendo vertiginosamente partita dopo partita, da qui anche errori clamorosi come quelli che ha commesso Santon. E Spalletti proprio non accetta che gli arrivi di Lisandro Lopez (una riserva di Skriniar, di fatto) e di Rafinha (che non gioca da aprile) possano passare per rinforzi significativi. Come a dire che se da qui in poi l'Inter tornerà a vincere e blindare la zona Champions il merito sarà solo o quasi suo, mentre viceversa la colpa sarebbe di altri. Una situazione che si può ancora risolvere in quest'ultima settimana di mercato. Il tecnico ha bisogno di un centrocampista con altre caratteristiche, sta ai dirigenti costretti a fare “mercato creativo” trovare una soluzione.

Stefano Grandi


Tags: rafinha inter spalletti

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