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Spalletti: In Champions la svolta, con gli Spurs per svoltare

17/09/2018 15:06

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L'ha definita il Luna Park del calcio ma Luciano Spalletti non vorrrebbe trovare in Champions né la Casa dei Fantasmi né le Montagne Russe perchè la sua Inter ha bisogno di vittorie e di fiducia. Dopo il crack interno col Parma e per provare a uscire dal tunnel in cui s'è cacciata l'unica medicina buona è riconquistare San Siro con una prova super contro il Tottenham e possibilmente per una vittoria. Il tecnico nerazzurro lo sa e dice: “Per il momento che stiamo attraversando è una gara che capita a proposito. E' una di quelle partite e di quelle competizioni che non baratteresti per nulla al mondo, ci manca esperienza ma la curiosità, la voglia di conoscere come si sta in questa giostra deve creare delle attrazioni che vanno oltre il nostro limite e non deve funzionare come pressione. Ho avuto la fortuna di esserci diverse volte, si vivono emozioni incredibili. Se ci sei stato non puoi più farne a meno". Sulle cirtiche post-Parma Spalletti è d'accordo a metà: “Se i risultati sono questi io ho la fetta più importante di responsabilità. Ma se prendiamo anche l'ultima partita e i suoi numeri, di confusione ce n'è stata poca. C'è il fatto di non aver segnato, abbiamo comandato la partita fino al 70'-75'. Dopo abbiamo calato l'intensità e abbiamo preso gol, facendo un po' di confusione, perdendo ordine. E' arrivato il timore di non farcela ed è andata a finire così".

I RIVALI - A differenza delle gare finora giocate in campionato domani l'Inter non è favorita: “Magari si può dire che loro avranno più pressione perché hanno più esperienza in questa competizione o sono più forti, ma anche noi siamo forti. Non stiamo attraversando un buon momento ma come dicevo può essere la gara che ti fa sterzare in maniera veloce. Non siamo ancora stati in grado di prendere quelle qualità individuali del calciatore che ha valori individuali. Sono ancora troppo bassi in troppi calciatori. Sono sicuro potranno tirarli fuori da un momento all'altro perché non dipendono dalla condizione fisica, dal modulo o dal momento psicologico. E' qualcosa che mi aspetto possa sbloccarsi da un momento all'altro". Il tecnico interista non si fida del presunto momento difficile di Kane (“Il Tottenham si appoggia molto su di lui perché prova a imbastire in maniera corta ma poi spesso l'azione finisce con il cross su di lui e lui è bravo a trovare con le sue sponde il calciatore che gli gira intorno") e torna sulla necessità di invertire subito la rotta: “I risultati sono quelli per cui stiamo zitti e proviamo a raddrizzare la situazione perché stare in questa competizione deve essere sempre l'obiettivo di un club come il nostro e quindi dobbiamo riprendere i punti per tornare qui".

MODULI E ICARDI - Sulla possibilità di virare sulla difesa a 3 spiega: “Noi abbiamo sempre giocato a 4, ma qualche volta abbiamo costruito a 3. Come ha fatto anche il Tottenham a un certo punto della partita, serve a far perdere d'ordine l'avversario se ha trovato l'incastro giusto per le tue costruzioni. Quando sei a 4 ci sono due terzini che si aprono, se l'azione si sviluppa a destra quello dall'altra parte fa il terzo centrale, sennò sei a rischio ripartenza. O tu sei bravo a tenerli là e non gli permetti mai di riguadagnarla allora diventa difficile. Ma se te la prendono sulla trequarti prendi le ripartenze. E' sempre il terzo centrale ad aspettare la ripartenza". Davanti il problema sembrerebbe quello di coinvolgere di più Icardi: “Mauro lasciamolo com'è, perché calcisticamente è fatto bene. Gli piace la profondità. Quando è tutto così chiuso bisogna avere quell'estro e quell'uno contro uno rabbioso di tecnica, rapidità nello stretto che non è facile trovare in tanti calciatori che noi in qualcuno abbiamo ma che non abbiamo messo in pratica. In quel momento dovevamo attaccare con qualche 'passante' sul secondo palo perché Icardi in quelle situazioni sono tra i più forti che io abbia allenato. Dobbiamo tenerlo in una posizione del campo in cui si riesce a sfruttare il meglio che ha a disposizione. Se lo tieni vicino all'area di rigore per lui è un'altra partita".


Tags: inter tottenham spalletti

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