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Spalletti e la maledizione dei 7 anni: O vinco o vado via

26/09/2018 09:39

Spalletti e la maledizione dei 7 anni: O vinco o vado via |  Sport e Vai

Era dallo scorso anno che non si metteva in gioco in maniera così diretta, c'è voluta la terza vittoria di fila – che rilancia le ambizioni dell'Inter anche se il cartello lavori in corso resta ancora appeso in bella evidenza – per far sbottonare di nuovo Spalletti. In passato era un mantra costante, quest'anno è la prima volta ma il concetto, espresso dopo il successo sulla Fiorentina, è chiaro: “o faccio risultato o faccio la fine degli allenatori degli ultimi 7 anni. O vinco o vado via. Ora ho la squadra che volevo, competitiva, anche se ci sono problemi come per Vrsaljko, che in questo momento ci manca. Rimarrò sempre convinto che questi sono gli uomini che volevo e me li tengo fino alla fine". Pioli, De Boer, Vecchi e tutti gli altri fantasmi del passato interista evocati per mettere fine a un tabù. La qualificazione in Champions dopo sei anni di digiuno è stato solo il primo passo, Spalletti sa che ci si aspetta di più, specie dopo tanti acquisti che giustamente non rinnega. Non rendono? Li si aspetta (come Vrsaljko), li si sgrida (come è successo con Keita e Politano), li si cura in allenamento (come Lautaro e Nainggolan) con la certezza che prima o poi sbocceranno. Nel frattempo si fa legna con chi è pronto, con la vecchia guardia. Recuperando Candreva, tenendosi stretto Brozovic ed aggrappandosi a Icardi. Il progetto c'è ma un miglioramento è necessario. Il carattere mostrato nelle ultime tre gare deve essere la ciliegina, non la torta.


Tags: inter spalletti de boer

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