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Sondaggio Sky: Chi è il bomber Inter più forte? Icardi, Ibra, Ronaldo?

16/10/2017 09:45

Sondaggio Sky: Chi è il bomber Inter più forte? Icardi, Ibra, Ronaldo? |  Sport e Vai

Dopo la magica notte del derby targato Icardi, Sky ha lanciato un sondaggio per chiedere chi è il miglior centravanti della storia recente dei nerazzurri e sul suo sito scrive:

"la stracittadina milanese consegna una volta di più Icardi all’Olimpo dei grandi '9' nerazzurri: capitano da tre gol e incubo del Milan, una calamita in area di rigore in grado di trasformare in oro il primo pallone ricevuto così come l’acrobazia del 2-1 fino al rigore decisivo al 90’. Hat-trick che incornicia una serata magica e l’ennesima nomination tra gli attaccanti più esaltanti nella storia del club: non ingannino i 24 anni d’età, d’altronde dal 2013 Maurito ha accumulato 87 gol in 155 gare ufficiali entrando nella leggenda della società. Spietato terminale offensivo e leader riconosciuto, la punta argentina si è immediata calata nella nuova creatura di Spalletti (9 reti in 8 partite) distante 2 lunghezze dalla capolista di Sarri: era dalla stagione 2002/03 che l’Inter non conquistava 22 punti nei primi 8 turni di campionato, bilancio da ritoccare nel prossimo weekend sul campo del Napoli. Senza scomodare icone senza tempo come Meazza, Altobelli e Boninsegna, trio che occupa il podio assoluto dei massimi marcatori dell’Inter, accostiamo lo scatenato Icardi agli indimenticati centravanti nerazzurri degli ultimi vent’anni.

Ultimo bomber nerazzurro a realizzare una tripletta nel derby, Icardi ha rievocato il 6 maggio 2012 ovvero il tris del Principe al Milan. Connazionale e spettatore a San Siro esaltato dall’exploit di Maurito, Milito figura tra gli eroi del Triplete nel 2010 con José Mourinho realizzando gol decisivi negli appuntamenti più attesi. Cinque le stagioni all’Inter con 75 reti in 171 presenze, bottino dove spicca naturalmente la doppietta al Bayern Monaco nella notte del Bernabeu. Sono 6 i suoi centri totali nella stracittadina, 4 le reti segnati al Palermo nel febbraio 2012 ad eguagliare il poker di Vieri lontano dieci anni. Proprio nel 2012 Milito si laureò miglior marcatore dell’anno solare in Serie A con 28 sigilli, ennesima dimostrazione di un repertorio completo e di un’ottima confidenza con il gol.

Partner offensivo di Milito dal 2009 al 2011, l’attaccante camerunense raccolse il testimone da Ibrahimovic che si trasferì al Barcellona maturando il percorso inverso. Inutile dire che quell’operazione di mercato premiò l’Inter: 53 centri in 102 partite, reti addirittura determinanti come negli ottavi di Champions League contro il Chelsea. Gol a valanga e una straordinaria abnegazione tattica per volere di Mourinho, connubio che lo iscrive tra i protagonisti del Triplete nerazzurro. La seconda e ultima stagione di Eto’o lo vede addirittura accumulare 37 centri complessivi, uno in più del suo primato personale nonché una rete in meno del record nel club targato Meazza e Angelillo. Ben 6 i suoi trofei in un biennio dorato, lui che vanta titoli a non finire e primati pure in Nazionale: non è un caso che a 36 anni segni ancora in Turchia all’Antalyaspor.

Se Eto’o e Milito sono gli attaccanti delle gesta mouriniane, Ibra è il centravanti degli scudetti in serie a sancire la leadership dell’Inter in Italia. Tre le stagioni in squadra dal 2006 al 2009, 66 i gol in 118 incontri con un titolo di capocannoniere (25 centri) prima dell’addio. Affiancato in attacco dai vari Adriano, Crespo e Cruz, l’asso svedese divenne il leader tecnico in primis con Mancini e poi proprio con Mourinho: il dominio nerazzurro in Serie A vide Zlatan raggiungere sempre la doppia cifra, verve realizzativa che lo accompagna da 11 campionati a questa parte. Goleador e rigorista d’eccezione all’Inter, campione che si è ritagliato 6 sigilli nei derby di Milano con entrambe le maglie ad eguagliare Milito, in compenso aficionado interista.

Già in maglia nerazzurra nell’annata 2002/03 (16 centri complessivi) a rimpiazzare Ronaldo, argentino come Icardi e Milito, Valdanito tornò all’Inter nel 2006 in prestito biennale dal Chelsea. Destinazione temporanea che divenne definitiva per tre stagioni, permanenza non priva di una concorrenza spietata ma dalla buona resa: 29 i gol segnati nel triennio che ritoccano il suo bilancio a 49 reti in 120 partite disputate. Crespo contribuisce alla bacheca della società con tre scudetti (gli unici conquistati in Italia) e due Supercoppe, trofei che gli riservano un posto di rilievo tra i bomber dell’Inter nell’ultimo ventennio. Eccellenza nella quale non dimentichiamo l’Imperatore Adriano (75 gol in 180 gare) e Cruz (81 centri in 207 presenze).

A cavallo del nuovo millennio figura naturalmente Bobo, punto fermo dell’Inter per sei anni dal 1999 al 2005. Straordinari i suoi numeri con 123 gol in 190 incontri, bottino coerente con la media in carriera che lo vide laurearsi Pichichi pure in Spagna con l’Atletico Madrid. Moratti lo pagò 90 miliardi di lire (compreso il cartellino di Simeone) garantendosi uno straordinario finalizzatore: debuttò a San Siro segnando una tripletta al Verona, exploit di pari passo con la doppia cifra raggiunta per tutte le stagioni in nerazzurro. Capocannoniere in A con più reti (24) che presenze (23) nel campionato 2002/03, l’ex centravanti non avrà la stessa fortuna in termini di trofei: solo una Coppa Italia prima della risoluzione del contratto e del passaggio al Milan. Ad oggi occupa l’8° posto nella classifica all-time dei bomber interisti.

Ultimo ma solo in chiave cronologica complice l’avvento all’Inter nel 1997, d’altronde il Fenomeno occupa un posto di rilievo nel gotha del calcio mondiale. Macchina da gol al Barcellona e pagato a peso d’oro da Moratti (48 miliardi di lire), il due volte Pallone d’Oro chiuse con 25 reti in 32 presenze (record per un esordiente in A) la sua prima stagione italiana, priva dello scudetto ma celebrata da protagonista con la Coppa UEFA. Il bilancio complessivo all’Inter recita 59 gol in 98 partite, numeri che non giustificano il suo talento né la permanenza in squadra fino al 2002: colpa dei troppi infortuni con il calvario di quel ginocchio destro, primo ostacolo verso la doverosa ribalta in Serie A. Troppi rimpianti per un campione infinito, simbolo interista per cinque stagioni eppure manifesto della sfortuna.


Tags: ibrahimovic inter Icardi

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