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Sarri ostaggio della clausola, Adl ha coltello dalla parte del manico

14/04/2018 09:41

Sarri ostaggio della clausola, Adl ha coltello dalla parte del manico  |  Sport e Vai

E' una situazione non nuova a Napoli: lo sanno bene Lavezzi, Cavani e tanti altri giocatori che hanno provato a giocare a braccio di ferro con De Laurentiis. Con il presidente non si scherza: decenni di esperienza nel cinema, abilità riconosciuta nello stilare contratti lunghi e dettagliati hanno fatto sì che il patron del Napoli abbia sempre o quasi vinto le sue battaglie con dipendenti più o meno riottosi e tentati dall'idea di lasciare il club azzurro. Sarri aveva avuto qualche avvisaglia anche l'anno scorso, quando provò a chiedere sostanziosi aumenti (“lo devo alla mia famiglia, ora devo monetizzare”) e ne sta avendo la controprova adesso. Non sarà facile convincere De Laurentiis ad accettare in toto le sue richieste. La verità è che Sarri sarebbe realmente tentato dall'idea di fare nuove avventure altrove, dopo tre anni difficili, stressanti anche se ricchi di soddisfazione che l'hanno proiettato dall'anticamera del calcio, con solo panchine di club minori nel curriculum, al proscenio europeo. Oggi lo conoscono e lo stimano tutti, logico il dilemma. Che fare? Restare a Napoli col rischio di non riuscire a far meglio di quanto fatto finora o andare in un grande club che lo pagherebbe di più? Il problema è che però Sarri è ostaggio di un contratto firmato fino al 2020 e di una clausola da 8 milioni di euro che scoraggia un po' tutti. Se è vero che in Europa ci potrebbero essere (anche se offerte concrete non sono ancora arrivate) club disposti a versare al tecnico ingaggi prestigiosi (superiori ai 4 milioni netti all'anno), quella clausola spaventa. L'avrebbe potuta pagare senza affanni il Psg, che però ha fatto altre scelte, prendendo Tuchel per il dopo-Emery, difficilmente la pagherà Abramovich al Chelsea o il Monaco ed ecco che quindi le strade cominciano a restringersi per Sarri (l'ipotesi Zenit non convince del tutto). E il coltello dalla parte del manico ce l'ha De Laurentiis che ieri è tornato sul tema con il suo linguaggio esplicito: “Sarri ha un contratto fino al 2020, il rinnovo gli è stato già proposto. Noi ci siamo incontrati a gennaio in Toscana. Sarri sa perfettamente come io la penso e ha tutta la mia stima. Quindi quando vorrà firmare, anche con eventuali modifiche da lui richieste per le quali siamo sempre democraticamente e razionalmente disponibili al negoziato e alla discussione, noi siamo qua. Ma mi sembra stolto chi vorrebbe trovare delle soluzioni che possono modificare la psicologica di uno che è concentrato nel preparare una partita contro il Milan e poi una con l'Udinese. Io credo che il problema sia importantissimo ma di secondaria importanza rispetto alle partite. Io comunque sono qui disponibile h24. Se c'è un piano B? Ci sono solo piani 'A' non 'B'. Ogni allenatore ha bisogno di tempo per migliorare - ha concluso - ognuno, anche straniero, ha delle problematiche che si porta dalle precedenti esperienze professionali". Modifiche al contratto sui cui razionalmente e democraticamente il Napoli è disponibile significa che Adl è disposto a versare 2,5 milioni più eventuali bonus a Sarri e non i 4 netti che chiede lui, così come sulla campagna acquisti non ci saranno inversioni di rotte. Difficile se non impossibile puntare a top-player, sì a giovani più o meno affermati (Chiesa, Verdi, Torreira sono i profili possibili). Sarri ora pensa solo al Milan, al campionato, allo scontro diretto ma dopo il 22 aprile e la supersfida alla Juve dovrà dare una risposta o presentare un'offerta di un altro club. Col rischio comunque di rimanere ostaggio di quella vecchia volpe di De Laurentiis.

Stefano Grandi


Tags: napoli aurelio de laurentiis sarri

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