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Ronaldo si confessa: Io, la tristezza, le motivazioni e i miei obiettivi

13/05/2019 11:48

Ronaldo si confessa: Io, la tristezza, le motivazioni e i miei obiettivi |  Sport e Vai

«La gente ti giudica costantemente: "Ormai è finito. Ha 33, 34, 35 anni, dovrebbe smettere". E tu vuoi lasciarli di stucco: sono ancora io».  Ronaldo si confessa a Xavier Sancho in un'intervista per “Icon” ripubblicata da Repubblica e parla di tutto: «Non nego che a volte mi dia fastidio e mi stanchi perché sembra che ogni anno debba dimostrare di essere fortissimo. È difficile. Hai quello che hai anche per tenere in conto la pressione aggiuntiva di dover dimostrare qualcosa alla gente, non solo a te stesso. E alle persone che ti stanno intorno. Alla tua famiglia, a tua madre, a tuo figlio... "Cris, domani devi vincere". Questo ti rende più attivo. Devi allenarti in continuazione, però arriva un momento in cui dici: senti, lasciami stare...Vedo il calcio come una missione: scendere in campo, vincere, migliorare. Quei momenti in cui giocavo pensando "farò un dribbling!" non li vivo più. C' è una pressione aggiuntiva. La gente ti giudica costantemente: "Ormai è finito. Ha 33, 34, 35 anni, dovrebbe smettere". E tu vuoi lasciarli di stucco: sono ancora io». Qualcuno pensa che forse sia diventato un robot: «Non penso che credano sia un robot, però mi vedono come uno che non può mai avere un problema, non può mai essere triste, mai avere preoccupazioni. La gente identifica il successo, la spensieratezza, con i soldi: "Come può essere triste o avere una crisi Cristiano se è milionario?". Devi comprendere che la gente non pensa come te, non ha vissuto certe situazioni. Ma lo capisco. So che la gente sta con il fucile spianato in attesa che Cris sbagli un rigore o che fallisca in una partita decisiva. Ma fa parte della vita e devo essere preparato. E io sono preparato già da molti anni. Qual è la prima cosa che faccio quando arrivo in una nuova squadra? Essere me stesso, nient' altro. La mia etica lavorativa è sempre uguale. Se il proprietario di una ditta arriva e inizia a fare il gallo, la gente non lo vedrà come un leader. Dirà: "Questo è il mio capo, ma non mi tratta bene". Devi essere umile, imparare che non sai tutto. Se sei intelligente, capti delle cose che ti fanno migliorare come atleta. Nella Juve mi sono adattato perfettamente. Hanno visto che non sono un venditore di fumo. È Cristiano, ed è quello che è perché si cura. Una cosa è parlare, un' altra è fare. Perché ho vinto cinque Palloni d' oro e cinque Champions?»  Si passa poi alle polemiche sulla sua vita privata: «Mi piacerebbe fare da scudo e risolvere io tutti i miei problemi personali. Quando posso, lo faccio. Essendo una delle persone a più alta esposizione mediatica del mondo non è facile nascondere delle cose. Ci sono persone a cui piace Cristiano e persone a cui non piace. Più sei in alto più vogliono tirarti giù. È normale. Come dico sempre, nella vita professionale non importa che mi critichino, è il mio lavoro. Ma la mia vita personale è più intima, ho una fidanzata, dei figli, una madre, fratelli, amici...Quando succede qualcosa, non posso andare a casa e piangere. Se sorge un problema, cerchiamo di trovare una soluzione. L' unica cosa per cui non c' è soluzione è la morte».


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