Roma, Garcia: Troppo brutti per essere veri, non si segna più

Deluso è dire poco. Garcia non sa darsi spiegazioni dopo l’ennesimo pareggio della sua Roma. Lo zero a zero col Chievo è una doccia d’acqua gelata sulle ambizioni giallorosse e il tecnico non cerca alibi e attacca i suoi: “Abbiamo fatto molto poco, potevamo giocare anche tre ore ma non riuscivamo a segnare, nella ripresa abbiamo fatto un po’ meglio ma abbiamo sbagliato tanti passaggi anche semplici. Troppo brutto per essere vero, domani parlerò alla squadra dicendo quello che penso anche se sanno già come la penso. Anche loro sono delusi. Può succedere anche se veniamo da tre partite di buon livello ma non me l’aspettavo. Ora ci sono tante partite importanti, a partire da quella di Europa League a Firenze, e servirà una Roma con un viso diverso”. Il rischio è che la squadra non ci creda più: “Vogliamo difendere il secondo posto ma per riuscirci dobbiamo giocare molto meglio rispetto a oggi. Ci sono a volte vittorie inquietanti e sconfitte incoraggianti: questo è un pareggio inquietante. Non mi ricordo di aver visto un volto della mia Roma tanto brutto. Avevamo studiato l'avversario, era previsto giocare di più spalle ai difensori. Sembra che non abbiamo guardato lo studio fatto del Chievo. Bisogna essere chiari e trasparenti quando non giochiamo bene, i giocatori lo sanno da soli. Sapevamo che il Chievo pressa all'inizio, bisognava giocare in profondità e alle spalle della difesa. Si sono chiusi in difesa, lo sapevamo, ma non abbiamo trovato soluzioni, il nostro possesso non è stato di qualità”. Infine sulle scelte di formazione spiega: Quando Ljajic e Pjanic non sono al 100% in un match così importante non è possibile metterli in campo dall'inizio e aspettiamo il ritorno al 100% di Doumbia e per il capitano era necessario essere in campo almeno un'ora, per necessità. In questo momento tutti devono stringere i denti, lavorare forte. L'unico punto positivo e che pur giocando male non abbiamo perso. E' la prima volta che non la riconosco da quando sono a Roma”. Stefano Grandi