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Parma, Donadoni: Ci sentiamo come carogne nel deserto

28/02/2015 12:51

Parma, Donadoni: Ci sentiamo come carogne nel deserto |  Sport e Vai

I panni da lavare a casa, perché neanche la lavanderia funziona più, la situazione che degenera ora dopo ora (anche la Citroen C3 di Giampietro Manenti è in fermo amministrativo), la prospettiva del fallimento sempre più concreta. In casa Parma sono ore da incubo. A Marassi col Genoa non si giocherà ma la squadra oggi si è allenata regolarmente e Donadoni ha fatto il punto della situazione: “Ancora a oggi, non ho visto nessuno che è riuscito a dire "in tutto quello che sta succedendo, forse qualche colpa l'abbiamo". Questi responsabili sono stati messi nella situazione di operare in un certo modo. Sono stanco di vedere il cercare di mettere qualche toppa, adesso è arrivato il momento di guardarci negli occhi e dirci "dobbiamo intervenire in maniera radicale". Ci sono situazioni che non si possono più ripetere, bisogna prendere coscienza di questo ed evitare che ricapitino queste situazioni. Devo dire grazie a tutti i giocatori che domani avevano deciso di aderire a questo tipo di protesta, la solidarietà è arrivata solo da loro, mentre ce n'è pochissima fuori dal campo. Abbiamo parlato con l'Assoallenatori, per il resto pochissimo”. Il tecnico dei ducali prosegue, come si legge su Tmw: “Io, se devo scontare sanzioni o essere penalizzato, sono bene orgoglioso di poterlo fare. Forse qualcun altro si deve vergognare, ma per queste circostanze non mi pesa assolutamente. Forse il nostro linguaggio non è così forbito, è il sistema che deve essere rivisto. Ma la parola sistema può lasciare il tempo che trova. Mi sembra giusto combattere per qualcosa in cui si crede e si ama fermamente, facciamo un calcolo delle persone coinvolte in questo business, anche se per me è solo un sport. Non ci sono le condizioni per giocare e anche per il rispetto verso i nostri colleghi allenatori e giocatori. Non siamo robot che si possono accendere e spegnere, siamo fatti di sentimenti ed emozioni che vanno anche oltre. Ci sono principi nella vita per i quali val la pena combattere, ma è giunto il momento di fermarsi. Non vogliamo solo riempirci la bocca, ma fare qualcosa in maniera concreta. Ci sentiamo come carogne in mezzo al deserto, sarebbe brutto rendersi conto che attorno a noi ci sono solo avvoltoi e sciacalli. Pensiamo a tutto ciò che dietro, ci sono ragazzi di 17-18 anni che hanno un futuro davanti". Poi ha parlato il capitano Alessandro Lucarelli: “Non abbiamo visto interesse da parte delle istituzioni. Non è un discorso economico, se qualcuno avesse parlato avrei pagato, anzi avevamo trovato anche uno sponsor che ci pagava la trasferta. È stata fissata un'assemblea al 6 di marzo, e non so neanche se ci arriviamo noi al 6 marzo. Ci sediamo ad aspettare, valuteremo poi cosa fare. Non pensate che sia facile per noi decidere di non giocare, non deve essere presto questo fatto come una ripicca o menefreghismo. La nostra voce è che se il Parma è arrivato a questo momento è che qualcuno ha permesso di farlo. La nostra voce è quella del Barletta, della Nocerina, dell'Aversa Normanna. Le Leggi non sono a tutela delle squadre di calcio. Non so cosa succederà da qui al 6 marzo, adesso c'è la squadra e il suo allenatore; ogni giorno ci portano via qualcosa. Sicuramente non ci sono le condizioni per svolgere il nostro lavoro al meglio. Spero che l'interesse, che ci deve essere, ci aiuti ad andare avanti. Ci sono pronti gli avvoltoi a prendere i giocatori che si possono svincolare".


Tags: genoa parma lucarelli donadoni Manenti

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