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Napoli si lecca le ferite, ma ora serve anche l'intervento di De Laurentiis

15/03/2018 13:35

Napoli si lecca le ferite, ma ora serve anche l'intervento di De Laurentiis |  Sport e Vai

Era sabato 3 marzo scorso, neanche due settimane fa, poco prima delle 20 quando il magico mondo del Napoli ha iniziato a tremare. Quel gol al 93' di Dybala alla Lazio, che aveva regalato tre punti di piombo alla Juventus, era solo l'antefatto di un crollo mentale e parzialmente fisico che avrebbe fatto scivolare gli azzurri dal primo posto al -4 attuale, con tanto di psicodramma di una città umorale, troppo facile a passare dall'esaltazione alla depressione. In mezzo la sconfitta con la Roma, il pari con l'Inter e le altre due vittorie della Juve contro Udinese e Atalanta nel recupero. Ma anche polemiche, veleni, diatribe mediatiche di cui si poteva e doveva fare a meno (le offese di Sarri alla giornalista di Canale 21 che hanno avuto eco, certo non gradevole, anche all'estero). Napoli si risveglia seconda, con la Juve che sembra inarrestabile e la paura del braccino. Di non farcela dopo una stagione costellata da tanti applausi per il gioco ma anche da sconfitte quando si trattava di alzare trofei (Champions, Europa League e coppa Italia). L'all-in sullo scudetto potrebbe rivelarsi un pauroso bluff. Non che il secondo posto debba considerarsi un fallimento, sarebbe da folli, ma arrendersi ora sì. Lascerebbe una sensazione di vuoto e di disillusione difficile da far digerire. Il calendario aiuta: tre partite sulla carta non impossibili contro Genoa, Sassuolo e Chievo, un invito esplicito a riprendere la marcia vincente ma è necessario che scatti qualcosa nella testa degli azzurri.

USCIRE DAL SILENZIO - Perchè il problema è soprattutto mentale. Urge, a questo punto, anche l'intervento di De Laurentiis. Zitto da tempo, il presidente. Non parla dal 3 febbraio scorso, quando a mercato di gennaio concluso rimandò ogni critica al mittente. In quella circostanza spiegò perchè non prese Deulofeu (“Ditemi: Sarri quando l’avrebbe fatto giocare? Con Maurizio abbiamo fatto una riunione di mercato a Figline Valdarno, dove mi ha detto che per lui Deulofeu non ha le caratteristiche per essere utile alla causa. Fine"), perchè si era cercato di prendere Politano dopo il no di Verdi (“Non volevo dare alibi. E' stato un po' come il poker: dopo aver passato per varie mani, ci si sente in dovere di puntare per qualcosa. Io mi sono stancato e ho detto buttiamo questi soldi dalla finestra, perché si tratta di questo in quanto il giocatore non ha le stesse qualità di Verdi e non può ricoprire tre ruoli ma evidentemente Politano non doveva venire al Napoli. La Juve ha messo i bastoni tra le ruote? Non sono io a dirlo. Il giro l’ho capito, ma non faccio dietrologia. Oggi il Napoli fattura un terzo della Juve, ma i nostri conti sono migliori dei loro. La Juventus però appartiene alla famiglia più potente d’Italia da 100 anni. Non è una questione di soldi, ma di rapporti che possono anche silentemente creare condizionamenti. A tutti i livelli”) ed escluse che lo scontro diretto sarebbe stato decisivo (“Saranno molto più decisivi infortuni e sviste arbitrali o “varriane”, se mi consentite il termine...Sono ancora convintissimo che la Var sia una bella novità e crea pure suspense. Però serve umiltà per migliorarla”). Un mese e mezzo dopo, o quasi, De Laurentiis farebbe bene a intervenire per tranquillizzare l'ambiente, per dare fiducia a Sarri comunque vada, per spronare il gruppo. Senza fare polemiche, senza accusare poteri forti, senza fare la vittima. Ma per dare un segnale forte in un momento difficile. Per non arrendersi troppo presto, mancano ancora 30 punti in ballo da potersi giocare.

Stefano Grandi

 


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