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Napoli piange De Crescenzo, grande tifoso: Mai tradita squadra del cuore

18/07/2019 16:20

Napoli piange De Crescenzo, grande tifoso: Mai tradita squadra del cuore |  Sport e Vai

"San Gennà, non ti crucciare, tu 'o ssaje te voglio bene, ma 'na finta 'e Maradona squaglia 'o sangue dint'e vene". E' una delle tantissime battute indimenticabili di un film cult di Luciano De Crescenzo, "Il mistero di Bellavista", uno dei tre film scritti e diretti dallo scrittore-regista che oggi è scomparso poco prima di compiere 91 anni dopo lunga malattia (era nato il 28 agosto del 1928). Intellettuale ironico, grande tifoso del Napoli (una delle sue massime era: "puoi cambiare moglie, partito e idee ma mai la squadra del cuore") De Crescenzo seguiva sempre a distanza gli azzurri ma il giorno del primo scudetto, nell'87, era proprio in campo travestito da fotografo, al San Paolo. Da piccolo frequentò le elementari assieme a Carlo Pedersoli, suo vicino di casa, alias Bud Spencer, leggenda del nuoto prima e del cinema poi. Si laureò in Ingegneria idraulica col massimo dei voti presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e fu allievo del grande genio Renato Caccioppoli. Ma nel 1976 scoprì la sua vera vocazione, quella di scrittore divulgatore, motivo per il quale, dopo l'immenso successo del suo libro d'esordio, «Così parlò Bellavista», decise di lasciare la Ibm per la quale lavorara e intraprendere la carriera di scrittore.  Seguirono una lunghissima serie di romanzi («Oi dialogoi» del 1985, «Sembra ieri» del 1997, «La distrazione» del 2000) e opere di saggistica divulgativa («Storia della filosofia greca», «Il pressappoco» del 2007, «Il caffè sospeso» del 2008, «Socrate e compagnia bella» del 2009, «Ulisse era un fico» del 2010, «Tutti santi me compreso» del 2011, «Fosse 'a Madonna» del 2012, «Garibaldi era comunista» del 2013, «Gesù è nato a Napoli» dello stesso anno e «Ti porterà fortuna» del 2014. Sul grande schermo aveva però esordito come attore ne «Il pap'occhio» (1980) nel ruolo del Padreterno, al fianco dell'amico Roberto Benigni e diretto da Renzo Arbore. Recentemente aveva ammesso: «Di tanto in tanto. Sono in quella fase della vita in cui è più semplice cambiare canale che cambiare il mondo. Alla tv però preferisco sempre un buon libro. A meno che non ci sia la partita del Napoli». In precedenza aveva raccontato:  "Ricordo come oggi, la prima volta che ho pianto. Avevo nove anni, mio padre mi portò allo stadio Ascalesi a seguire la partita tra il Napoli e l'Ambrosiana, che oggi è l'Inter. Perdemmo all'ultimo minuto, all'ultimo secondo: iniziai a piangere disperatamente, a dirotto ed in quel momento lo realizzai. Ero un tifoso del Napoli e così è sempre stato, è e saranno sempre una sofferenza genuina. Credo che tifare per la squadra della propria città sia un fatto normale. E quelli napoletani sono degli ottimi tifosi. Maradona? L'ho conosciuto quando ero ingegnere, però non ci fu molto dialogo, forse non destai il suo interesse... Però mi fece una buona impressione, lo considero una brava persona".


Tags: napoli maradona bellavista

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