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Napoli, niente sindrome da Toto Cotugno: di Olanda anni 70 ce ne son troppe

28/02/2018 10:32

Napoli, niente sindrome da Toto Cotugno: di Olanda anni 70 ce ne son troppe |  Sport e Vai

La Grande Bellezza o la Concretezza bella o brutta che sia? Eterno dilemma di un calcio bifronte, che vede nel Napoli di Sarri l'esponente dell'estetica che avvince e nella Juve di Allegri la rappresentante del pragmatismo che vince. Sarri ha buttato la pietra nello stagno: “Di noi si ricorderanno anche tra 20 anni, come l'Olanda anni 70 che non vinse ma incantò tutti”. Allegri ruvidamente ha mantenuto il suo ruolo: “Alla fine di tutto conta solo il nome nell’albo d’oro. Tra vent’anni nessuno si ricorderà di un palo o un’occasione clamorosa, nella vita bisogna essere pratici". E Max lo è eccome. Insomma meglio brutti e vincenti o belli e perdenti? Il Napoli spera di riuscire a coniugare entrambe le cose: bello e vincente ma la sindrome di Toto Cotugno è dietro l'angolo. Che c'entra il cantautore de “L'Italiano”? Semplice, è ricordato come l'eterno secondo a Sanremo: otto volte sul podio al festival, sei da secondo e uno da terzo. Un festival l'ha anche vinto ma si ricordano più i suoi secondi posti. E' sicuro che l'Olanda di Crujff e Krol viene ricordata ma è altrettanto certo che nell'albo d'oro dei Mondiali '74 c'è la Germania e in quello dei Mondiali '78 c'è l'Argentina. L'Olanda finì seconda in entrambi i casi e non è l'unico esempio. Di “Olanda anni 70” ce ne sono fin troppe nel mondo del calcio. La Roma di Eriksson, ad esempio: incantò tutti nell'86, calcio spettacolo, Boniek versione libero in una nuova giovinezza, bomber Pruzzo implacabile, Ciccio Graziani spietato ma alla fine l'incredibile ko interno per 2-3 col Lecce già retrocesso fece sfumare il sogno scudetto. Che andò, guarda caso, alla Juventus. Nello stesso anno ai Mondiali in Messico impressionò la Danimarca di Laudrup ed Elkjaer: girone eliminatorio impressionante, tre vittorie su tre (1-0 alla Scozia, un sonante 6-1 all'Uruguay e 2-0 alla Germania) ma dopo tanto spettacolo che incantò tutti arrivò l'1-5 con la Spagna agli ottavi. E che dire della Giovane Italia di Vicini? Terza agli Europei '88 in Germania e seconda a Italia '90: una generazione di talenti, da Vialli e Mancini a Donadoni e Baggio fino a Schillaci che rimase senza vincere niente. La ricordiamo? Sì ma l'Italia di Bearzot e di Lippi, che alzò la coppa del Mondo, è un'altra cosa...

Fabrizio Piccolo


Tags: napoli sarri Olanda

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