Napoli, nel ricorso i motivi per essere ottimisti

Solo 48 ore. Sembra il titolo di un film ma è il tempo che manca per sapere se il ricorso del Napoli contro lo 0-3 a tavolino contro la Juve e il punto di penalizzazione inflitto dal Giudice Sportivo e confermato in appello verrà accolto o meno dal Coni. Il club azzurro arriva al terzo grado di giudizio della giustizia sportiva , che si esprimerà martedì, e spera di non dover proseguire fino al Tar per vedere riconosciute le proprie ragioni ed ottenere che la gara con i bianconeri si giochi e che quel -1 in classifica venga cancellato.

Su Il Mattino vengono pubblicati alcuni stralci del ricorso presentato al Coni e che inducono all'ottimismo. La società partenopea, tramite i suoi legali, ritiene incoerenti e illogiche le ragioni che hanno spinto il Giudice a prendere quella decisione e ricorda che

«una causa di forza maggiore che è stata preclusione alla trasferta, è intervenuta già il giorno prima della partita».

Poi arriva un attacco al giudice sportivo e alla Corte d’appello  perché, scrivono i due avvocati nel ricorso,

non c’è una «benché minima prova» di una condotta in malafede del Napoli. In pratica la condanna in primo e secondo grado violano i principi cardine del giusto processo: la presunzione di buona fede e il principio del “in dubio, pro reo”.    Il Napoli sostiene che anche se la squadra avesse ignorato il divieto e fosse partita, alle 14,13 quando è stata raggiunta dal secondo provvedimento, «o saremmo dovuti rientrare a Napoli o saremmo dovuti restare in isolamento in hotel a Torino». Ma di certo la partita non si sarebbe comunque disputata.