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Napoli: In dieci giorni Sarri si gioca tutto ma il San Paolo deve tornare amico

26/02/2017 13:41

Napoli: In dieci giorni Sarri si gioca tutto ma il San Paolo deve tornare amico |  Sport e Vai

NAPOLI SARRI SAN PAOLO

C'era una volta il San Paolo come amico. Il Napoli si risveglia con le frustate dell'Atalanta ancora sulla pelle dopo il ko di ieri a Fuorigrotta e non si dà pace. Dalla Grande Bellezza al rischio di fallire su tutti gli obiettivi il passo è breve e la risposta potrebbe arrivare in soli dieci giorni. Quelli in cui Sarri si gioca tutto tra andata di semifinale di coppa Italia con la Juventus (martedì), scontro diretto con la Roma all'Olimpico (sabato) e ritorno di Champions col Real Madrid (martedì 7). Tre appuntamenti di fila da far tremare i polsi ma che saranno la vera cartina di tornasole per una squadra che ha smarrito l'identità oltre che la bellezza. Non sono solo tre gli indizi che fanno una prova sulla difficoltà del Napoli nel vincere al San Paolo. Parlano i numeri che dicono che gli azzurri per rendimento casalingo sono terzi in Serie A con 30 punti in 14 partite giocate, a -6 dalla Roma che ha fatto punteggio pieno, 36 punti in 12 partite, e a -12 dalla Juventus, anch’essa a punteggio pieno con 42 punti in 14 partite. Oltre alle sconfitte con Roma 1-3 e Atalanta 0-2, ci sono quei tre pareggi per 1-1 con Lazio, Sassuolo e Palermo che ancora gridano vendetta così come la leggerezza difensiva: ben 16 gol presi in casa, peggio anche di Milan e Genoa. Numeri che spiegano perchè il Napoli non solo è fuori dalla lotta scudetto, non solo rischia di perdere il secondo posto ma che lanciano un segnale d'allarme anche per la terza piazza utile per la Champions. Nessun catastrofismo, solo la radiografia di un momento che non può essere liqiduato come giornata storta.

NAPOLI SARRI SAN PAOLO SCONTRI DIRETTI - Preoccupano gli scontri diretti (sconfitte con Roma e Juve, pari interni con Lazio e Atalanta), un calendario difficile in campionato (trasferte con Roma, Inter e Lazio) e soprattutto la cronica assenza di un piano-B per cambiare l'inerzia delle partite quando l'avversario ti prende le misure. Il Napoli stenta a raddrizzarsi quando va sotto, prende troppi gol e quando cambia qualcosa in corsa si perde per strada. Sarri non ha addestrato la squadra ad alternative al suo tiki taka veloce con i tagli e gli inserimenti: non basta lanciare nella mischia Milik e Pavoletti contro un'Atalanta in 10 uomini e apparentemente cambiare modulo se poi non si sanno servire a dovere due punte effettive. Così come – al di là dell'aspetto psicologico di chi potrebbe aver sottovalutato quella che sulla carta poteva essere la più semplice delle 4 partite di fila da affrontare – è stato preso sotto gamba che c'è qualche stella in affanno. Mai come quest'anno la rosa è ricca di alternative, ma giocatori come Giaccherini, Rog e Strinic non vengono mai o quasi mai chiamati in causa. Da mesi Hysaj è in calo perenne, altro esempio, eppure gioca sempre. E se qualche volta la superiorità tecnica è schiacciante nei confronti dei rivali, ecco che quando affronti squadre ben guidate come l'Atalanta di Gasperini, rischi il tracollo inatteso. Si potrà pure pensare all'infinito che la sfuriata di De Laurentiis post-Madrid (con tanto di fuga a Los Angeles e silenzio stampa imposto a tempo indeterminato) abbia destabilizzato l'ambiente ma sarebbe da sciocchi colpevolizzare il presidente del calo della squadra. Anche l'anno scorso prima di Primavera il Napoli crollò fisicamente, quest'anno si poteva evitare proprio ricorrendo alla rosa lunga. Ci sono 10 giorni per raddrizzare la stagione e nulla è perduto ma appare palese che uscire in coppa Italia per mano della Juventus di Higuain, fallire l'occasione di prendersi la rivincita con la Roma (dopo il ko al San Paolo) e perdere anche il ritorno col Real Madrid suonerebbe come un fallimento. E la Grande Bellezza rimarrebbe solo una Brutta Illusione.

Stefano Grandi


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