Napoli, dopo la Grande Illusione sì a cambiamenti ma non a rivoluzione

La verità è che non è stato Orsato a condannare il Napoli a Firenze, a svuotarlo delle poche energie rimaste: ad annebbiare le gambe e la testa degli azzurri contro la Fiorentina sono stati quei 6 minuti finali di San Siro quando ormai si sentivano già campioni d'Italia. Chi si sarebbe ricordato dell'arbitraggio se Handanovic avesse appena steso una mano sul tiro-cross di Cuadrado e se qualche interista avesse marcato Higuain? O anche se una sola delle due circostanze si fosse verificata? Ad ammazzare i sogni scudetto del Napoli è stato il passaggio vorticoso, imprevisto, tremendo dal vedersi già a +2 dai bianconeri a tornare sulla terra, ovvero a -1. Perchè fisicamente il Napoli era già scoppiato da mesi: la vittoria di Torino, al termine di una partita bruttissima dove comunque non si erano create vere occasioni contro una Juve dimessa, che si era consegnata in toto senza mai reagire, aveva avuto l'effetto di ridare energie ed entusiasmo a quei titolarissimi arrivati cotti al finale di stagione. Anche ieri Mertens, Callejon e Hamsik – ma anche altri – sono apparsi la controfigura dei campioni che sono ma la cosa andava avanti da tempo. A tenere in vita il Napoli erano euforia e speranza: a ogni passo falso della Juve arrivava un'iniezione di adrenalina, a ogni successo bianconero una botta di depressione. E se il successo della Juve arrivava allo scadere (come con la Lazio con Dybala e con l'Inter con Higuain) maggiore era lo scoramento. Il Napoli era già svuotato nelle gambe, senza l'energia nervosa si è consegnato alla Fiorentina quasi senza combattere. Ora è giusto continuare fino alla fine a provare a vincerle tutte ma anche pensare al futuro. Che Napoli sarà quello del prossimo anno? C'è già chi parla di rifondamento, chi ipotizza non solo l'addio di Sarri ma anche l'esodo di 5-6 big e questo sì che sarebbe un errore. Da evitare in ogni modo. Giusto cambiare, perchè la rosa va arricchita e rinnovata e si può anche accettare un eventuale cambio di tecnico se dovesse arrivare un allenatore di peso, magari di livello internazionale, ma guai a smantellare questo gruppo. Un paio di cessioni si possono mettere sul piatto (Jorginho? Hysaj?) a fronte ovviamente di soldi freschi da reinvestire ma da Koulibaly a Insigne, da Albiol a Callejon sarebbe un delitto rifare tutto da capo. L'abilità della società deve essere quella di trovare un sano equilibrio tra cessioni ed acquisti. Questo Napoli si può cambiare, si deve migliorare, ma non si può smantellare.

Stefano Grandi