Mondiali, la Spagna celebra il funerale degli ex campioni: "The End"

"The End" è forse la frase che ha sintetizzato al meglio lo status della Spagna e degli spagnoli nell'immediata eliminazione prematura dai Mondiali della Nazionale di Del Bosque. Così ha titolato Marca subito dopo il ko per 2-0 contro il Cile delle furie rosse che ha seguito l'1-5 contro l'Olanda. Prima o poi doveva succedere; "La fine di una generazione unica" si legge su un altro sito spagnolo tributando comunque il giusto onore ad un gruppo che in otto anni ha fatto vincere alla Spagna quello che non aveva mai vinto nel calcio: due Europei di fila e soprattutto un Mondiale. Chi invece ci è voluto andare giù pesante ha parlato di "Maracanazo" prendendo a prestito l'espressione usata dai brasiliani per ricordare il Mondiale perso in casa contro l'Uruguay negli anni '50. Ed ancora "Il fallimento della Spagna è il fallimento del Barcellona" collegando la stagione fallimentare degli azulgrana, del concetto di tiki-taka e di alcuni dei suoi giocatori simbolo, da Xavi a Iniesta incapaci stavolta di fare la differenza. A Del Bosque viene imputato di non aver voluto prevedere la fine di un'era, di non aver apportato quel ricambio generazione di cui evidentemente la Spagna aveva bisogno. Ora il ct potrebbe essere messo in discussione. Lui non ha voluto commentare: "E' un'eliminazione giusta. Non abbiamo scuse, ci abbiamo provatoNon e' il momento di parlare di fine ma di quello che ha dato questo gruppo, che e' tanto. Il mio futuro? Non saro' un ostacolo per nessuno, saro' al fianco della Federazione al momento di prendere le decisioni. Siamo caduti, siamo stati inferiori, c'e' ora da pensare al futuro e nient'altro".  Luca Fusco