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Milan: Si rivede la difesa a 3 odiata da Berlusconi e amata da Zaccheroni

14/09/2017 11:08

Milan: Si rivede la difesa a 3 odiata da Berlusconi e amata da Zaccheroni |  Sport e Vai

Guarda chi si rivede: una linea difensiva a tre nel Milan. In Europa League a Vienna contro l'Austria stasera Montella smonta un dogma durato trent'anni quasi, quello dell'era Berlusconi che dai tempi di ‘Tassotti-Costacurta-Baresi-Maldini’ ha sempre giocato con la difesa a quattro. Un diktat, quello berlusconiano, che pochi allenatori avevano osato ripudiare. “Il mio Milan deve giocare sempre con 4 difensori e 2 attaccanti – ripeteva il Cavaliere – lo farò inserire come clausola per i contratti dei miei allenatori”. L'eretico, colui che per primo si oppose alla regola, fu Alberto Zaccheroni che ruppe” la tradizione schierando un reparto difensivo che prevedeva tre difensori centrali come Maldini, Costacurta e Sala (che si alternava con N’Gotty o Ayala). Era un 3-4-3, diventato nelle ultimegiornate un 3-4-1-2 con Boban dietro le due punte. Una strategia vincente che, al termine di una rimonta storica ai danni della Lazio, regalò a Perugia uno scudetto impensabile alla vigilia ma che non è mai piaciuta a Berlusconi (anche Cesare Maldini ci provò nel 2001, ed un esperimento in Champions League lo fece Massimiliano Allegri nell’ottobre 2012, Málaga-Milan 1-0), ma nessuno aveva mai osato veramente abbandonare i quattro difensori. Ora sarà Montella a ripercorrere le orme di Zaccheroni. Non sarà un 3-4-1-2 come quello campione d’Italia nel 1999 ma più probabilmente un 3-5-2 con Bonucci, Musacchio e Romagnoli nel ruolo che fu di Maldini, Costacurta e Sala. L'allenatore rossonero ha provato questo modulo già l'anno scorso in qualche circostanza (nel finale con la Fiorentina si videro

 

tre centrali difensivi quali Cristián Zapata, Gabriel Paletta e Gustavo Gómez, più Ignazio Abate e Leonel Vangioni a presidiare le fasce e quest'anno nella partita di ritorno contro lo Shkendija, ma il 6-0 dell’andata resero quel match un semplice allenamento, un modo per sperimentare qualcosa che si sarebbe concretizzato in futuro. Il futuro è oggi. I quattro gol subiti in appena 13 minuti (se non si considera l’intervallo di Lazio-Milan) e la facilità con la quale Immobile e compagni si sono presentati dalle parti di Donnarumma hanno spazzato vie le certezze e l’imbattibilità delle prime sei partite ufficiali, il recupero completo di Alessio Romagnoli ha fatto il resto. E Berlusconi con i suoi diktat non c'è più.

 

Stefano Grandi


Tags: milan berlusconi zaccheroni montella

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