Milan, Rangnick ne ha per tutti

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Ralf Rangnick dice la sua sul Milan e, seppur velatamente e con apparente indifferenza, fatica a nascondere il suo disappunto. E neanche la Gazza lascia dubbi: "Velendo Rangnick", titola la rosea per presentare l'intervista. Il tecnico tedesco parla a tutto tondo di quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato. Dai primi contatti, a Maldini e Boban, passando da Ibra, Pioli e le scelte del Milan.

Maldini? non lo conosco

"I primi contatti con il Milan - racconta Rangnick - risalgono a fine ottobre, quando la squadra era a tre soli punti dalla zona retrocessione. Ma non ci sono mai stati contratti o penali", ammette. Poi su Maldini: "Una delle mie regole di vita è non parlare di chi non conosci personalmente. Posso parlare di Maldini come ex giocatore. È stato straordinario, una vera e propria leggenda. Ma non posso dire lo stesso da direttore sportivo: semplicemente, non lo conosco in questo ruolo". Parole che nascondono a fatica un pizzico di malizia.

Il Milan è contento?

Anche perché Rangnick e Maldini avranno pur parlato in oltre otto mesi di contatti e avvicinamento. Anche sul Milan come società, Ragnick prosegue sulla medesima linea da, oggettivamente poco credibile, spettatore disinteressato: "da esterno ci si può chiedere se la proprietà sia contenta dei risultati in rapporto al denaro investito negli ultimi anni". E ancora: "Io causa del divorzio tra Zvone e il Milan? Dovete chiedere a chi rappresenta il club".

Veleno su Pioli e Ibra

Il tedesco commenta poi la scelta di confermare Pioli: "Cambiare non sarebbe stato saggio né rispettoso. Pioli ha meritato la conferma, anche per la persona che è". Anche in questo caso Ragnick però non si risparmia: "se è la scelta giusta nel medio e lungo termine è un'altra questione". Infine su Ibra: "non è il mio stile puntare su un giocatore di 38 anni".