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Milan, Li Yonghong come Berlusconi? Finora sì ma deve vincere

15/07/2017 10:42

Milan, Li Yonghong come Berlusconi? Finora sì ma deve vincere |  Sport e Vai

La faraonica campagna acquisti del Milan, che sta sparigliando il mercato italiano ed estero con un colpo dietro l'altro (e non è ancora finita, se dovesse arrivare uno tra Aubameyang e Belotti il cerchio sarebbe chiuso) sta evocando i tempi del primo Silvio Berlusconi, quando l'imprenditore – non ancora Cavaliere – rilevò il club rossonero da Giuseppe “Giussy” Farina, (trovando una situazione economica tra il disastroso e il disperato) e iniziò una rivoluzione che nel mondo del calcio avrebbe avuto conseguenze ovunque. In pochi mesi Li Yonghong sta facendo quello che fece Berlusconi al suo arrivo: Musacchio, Ricardo Rodriguez, Kessie, André Silva, Borini, Calhanoglu, Conti, Bonucci e Biglia più il faticoso rinnovo di Donnarumma sono un biglietto da visita che mettono il Milan all'altezza delle pretentendi allo scudetto. Un remake di quanto accadde tra l'86 e l'87: quel Milan era formato da un buon mix di giovani di belle speranze come Paolo Maldini, Alessandro Costacurta, Filippo Galli, Alberigo Evani, da giocatori solidi come Mauro Tassotti, Andrea Icardi e Mark Hateley e da veterani come Pietro Paolo Virdis, Agostino Di Bartolomei, Paolo Rossi e Ray Wilkins, il tutto guidato e capitanato da Franco Baresi. Il primo calciomercato dell’era Berlusconi si apre con l’acquisto, per la cifra monstre di 10 miliardi di lire, del 23enne Roberto Donadoni, prelevato dall’Atalanta e strappato alla Juventus ma Berlusconi arrivò solo a febbraio: è dalla campagna acquisti successiva che iniziò il rastrellamento a suon di miliardi (c'erano le lire): Carlo Ancelotti (5,8 miliardi) dalla Roma, Walter Bianchi e Roberto Mussi dal Parma su esplicita richiesta di Arrigo Sacchi, il di lì a poco Pallone d’Oro Ruud Gullit (13,5 miliardi) dal Feyenoord, Claudio Borghi (3,5 miliardi) dall’Argentinos Jr., acquistato direttamente per volere di Berlusconi che se ne era innamorato guardando un VHS. Infine, Marco Van Basten, a parametro zero, versando solo un indennizzo di 1,75 miliardi all’Ajax. Agli acquisti miliardari di questo primo biennio va aggiunto, per completare la base del Milan targato Arrigo Sacchi, anche quello dell’anno seguente di Frank Rijkaard per 5,8 miliardi ma la lista dei colpi di Berlusconi non si sarebbe fermata per quasi 30 anni. Si ricordi Rui Costa (pagato oltre 75 miliardi) ma anche Inzaghi, Nesta, Ronaldinho, Ibrahimovic, Kakà, Shevchenko. Nell'era Berlusconi il Milan ha vinto tutto, poi negli ultimi anni il black out. Ora Li sta ripercorrendo le sue orme e a giudicare dai primi passi tutto lascia pensare che il Milan possa tornare agli splendori di un decennio fa (nel 2007 l'ultima Champions vinta). Alla proprietà cinese ora non manca che una cosa, non proprio da poco: vincere.

Stefano Grandi

 


Tags: milan leonardo bonucci berlusconi

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