Milan, Inzaghi: Spero che Torres si sblocchi, il derby sarà la sua gara

“Mancini è abituato a tanti derby vissuti in panchina, per me è il primo e so che non è una partita come le altre. I derby non si giocano, si vincono. In qualsiasi modo accada”. Pippo Inzaghi non trema alla vigilia di Milan-Inter ma si capisce che avrebbe preferito affrontare la squadra di Mazzarri con i suoi problemi e non l’amico-Mancio che potrebbe subito portare una ventata di vitalità anche se non lo ammette (“dispiace solo che sia stato esonerato Mazzarri che tornerà più forte di prima in sella, dobbiamo rispettarlo, non era mai stato esonerato prima ma non penso sia un vantaggio o uno svantaggio. Falso che abbia fatto una smorfia quando ho saputo di Mancini”). Il tecnico rossonero ringrazia Papin che ha parlato di “Milan con anima” e spiega come supplire all’assenza di Alex, infortunato dell’ultim’ora: “Ho tante alternative. C'è Zaccardo, Albertazzi, Armero e Zapata. Cercherò di capire chi potrà giocare. Tatticamente abbiamo due soluzioni: 4-3-3 o 4-2-4. A Genova abbiamo giocato con 4 attaccanti, ma non ho ancora deciso. In questi due giorni ho provato questo sistema, ma in base agli interpreti che sceglierò vedremo quale modulo utilizzare. Il sistema di gioco ideale non esiste, altrimenti vincerebbero tutti. Alla fine conta spirito, voglia, organizzazione e sacrificio. Bisogna ripartire dalla gara con la Samp. Abbiamo giocato bene, dobbiamo ripartire da quella gara cercando di migliorare i difetti e aumentare i pregi”.

I RICORDI - Berlusconi come al solito ha fatto visita alla squadra ieri: “E’ sempre prodigo di consigli, ci ha fatto sentire la sua vicinanza. E’ la nostra arma vincente e speriamo di regalargli una vittoria”. C’è grande attesa per capire se Torres tornerà ai suoi livelli, lo spagnolo finora ha deluso: “A me sta piacendo, si impegna in allenamento, mi auguro che si sblocchi perché può essere il giocatore che ci può portare in alto. Spero che il derby possa essere la sua partita”. Dopo un ricordo dei derby da giocatore (“Il primo ebbi la fortuna di far gol, quello in Champions del 2003, incredibile per la tensione e se perdevi non era facile da digerire. Essere andati in finale e vincere me lo auguro da allenatore. I giocatori vivranno una gara speciale") in merito alla polemica innestata da Conte sugli stage e sui sistemi di allenamento italiani l’allenatore del Milan sceglie il basso profilo: “Lo conosco bene e so come lavora, ben vengano incontri e scambi di opinione, tutti noi abbiamo grande rispetto per la nazionale e i giovani talenti

Stefano Grandi