Milan, dietro Higuain niente? Le scelte di Gattuso fanno discutere

La certezza è il Pipita. Ma che c'è dietro Higuain in questo Milan? Se fino a poco fa il problema principale sembrava come far segnare l'argentino e come metterlo in condizione di far davvero male agli avversari, la partita di Europa League di ieri ha lanciato altri allarmi. Va bene Gonzalo gol che sta trovando con continuità la via della rete ma quanto può durare una squadra sfilacciata che si affida solo alle giocate del suo fuoriclasse? Il turnover “hard” scelto da Ringhio non ha convinto. Troppi nuovi tutti insieme portano inevitabilmente a una bocciatura. Solo cambiando 3 pedine a gara si può integrare una rosa e far crescere il gruppo. Gattuso ha ammesso di aver pensato solo al risultato (“Se mi aspettavo di giocare meglio? No, mi aspettavo di portare tre punti a casa - ha detto a SkySport -. Non era facile perché il Dudelange non è ai gironi per caso, è una signora squadra che ha battuto Legia Varsavia e Cluj. Non c'è rammarico, l'importante era vincere: partite facili non ce ne sono nel calcio moderno. Quando cambi tanto ci stanno gli errori, ma la mentalità della squadra mi è piaciuta. Abbiamo dato minutaggio ai giocatori. Si va avanti, va bene così. Sono contento di tutti: Castillejo è un giocatore che per caratteristiche ci mette poco per entrare in condizione. Ho cambiato non perché ritenevo l'avversario scarso, ma perché è giusto dare minutaggio a tutti. Se non sono sicuro non faccio scelte avventurose”. Ma le sue sono state comunque scelte senza paracadute e che non danno certezze. Resta la domanda iniziale: che c'è dietro Higuain?