Maradona e Italia 90: Avrei picchiato tifosi italiani

C'è un Maradona da dileggiare e un Maradona da osannare. Altro che video in cui barcolla ballando, come quello che sta circolando da giorni sulla rete e che ha portato un po' tanti (un po' troppi) a lanciare veleno sull'ex fuoriclasse del Napoli. Sono i video delle sue partita a meritare commenti e intervistato dal Clarini Maradona ricorda i Mondiali in Italia del '90 dicendo: "Quella Seleccion del 1990 era diecimila volte più bella di quella campione nell’86, era una squadra di uomini veri”. Proprio di recente Matthaeus ammise che il rigore che decise la finale contro l'Argentina a favore della Germania non c'era e il ricordo ancora brucia.

Maradona giocava con la caviglia a pezzi

Per Maradona è il ricordo più brutto: “Terribile non portare quella Coppa a casa! Fummo a un passo da vincerne due di fila… Ma eravamo un squadra di grandi uomini. In finale io avevo la caviglia sinistra a pezzi e gli adduttori sul punto di rompersi, ma non mi fermai: Neanche pazzo o morto... E dire che oggi vedo gente che al primo dolorino chiede di uscire…Poi Ruggeri con la pubalgia, e 4 squalificati: Caniggia, Giusti, Olarticoechea e Batista… Se la si rigioca, quella partita, i tedeschi ci fanno almeno 5 gol…Ce la giocammo alla pari, pure quando espulsero Monzon”.

Maradona e i fischi all'inno argentino

Ma prima l’episodio dei fischi all’inno argentino e l’“hijos de puta” di Maradona agli italiani. “Fu un colpo al cuore, un dolore immenso. Avrei voluto fare a botte con tutti i tifosi azzurri, tranne i miei amati napoletani. Però, claro, li lasciammo fuori dalla coppa a casa loro… Ma noi, amigos, che huevos…Il ricordo più bello di quel periodo? La vittoria col Brasile negli ottavi di finale, 1-0 con gol di Caniggia. Proprio l’altro giorno mi sono rivisto la partita e pensavo ora il Brasile ce ne fa uno… Il nostro portiere Goycoechea sembrava un flipper, volava da un palo all’altro. Non so come facemmo a vincere, però battere il Brasile in un Mondale ed eliminarlo è la cosa più bella. Al gol perdemmo tutti la voce, gridando come ossessi, tranne lui, il Caniggia, alzò appena la manina. Negli spogliatoi glielo dissi ‘E cazzo grida, Cani, quando segni, la p… de tu madre’. Invece con l’Italia in semifinale si fece ammonire per un tocco di mano e saltò la finale. Che peccato, stava volando Caniggia in quel Mondiale…”.