19/06/2020 13:53
La vittoria del Napoli in Coppa Italia ha portato in prima pagina soprattutto Rino Gattuso. Il tecnico arrivato in azzurro al posto di Ancelotti ha saputo cambiare completamente il volto di una squadra che sembrava preda di una crisi di identità. Le prime uscite sono state molto negative, ma Gattuso ha continuato a lavorare sul campo e ora stanno arrivando i risultati.
La Gazzetta dello Sport, attraverso il giornalista Luigi Garlando, demolisce una vecchia concezione del calcio: “Rino Gattuso - si legge nell’editoriale - ha fatto fuori prima Antonio Conte, poi Maurizio Sarri e ha fatto vincere Napoli come non era riuscito a Carlo Ancelotti. Conte, Sarri e Ancelotti sono accomunati da un passato in Premier e dalla collocazione in fascia altissima. La prima indicazione del calcio dopo il coronavirus: l’aureola dei santoni della panchina è un filo appannata. E’ il momento di uomini di buon senso e di buona volontà come Gattuso, ma anche Simone Inzaghi e Gian Piero Gasperini”.
Il più in crisi di tutti è Maurizio Sarri che ha mancato il secondo appuntamento con un trofeo, dopo la sconfitta in Supercoppa: “L’errore della Juve - scrive ancora Garlando - non è Sarri e neppure l’idea che può ancora fruttare. L’errore è aver combinato male i giocatori con l’idea e non averli coinvolti con passione nella nuova avventura. Gattuso ci è riuscito. E’ andare a prendersi il calabrese Demme, più adatto al contesto di quanto sia Pjanic per Sarri e Eriksen per Conte. L’arte carismatica della persuasione e dell’empatia, a certi livelli, serve più del palleggio”.