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La difesa incassa e l'attacco non punge: l'Inter di Spalletti si è piantata

24/12/2017 09:42

La difesa incassa e l'attacco non punge: l'Inter di Spalletti si è piantata |  Sport e Vai

Bottiglie di spumante negli spogliatoi, dichiarazioni sempre più audaci, un pareggio a Torino salutato come e più di una vittoria, un entusiasmo coinvolgente capace di accomunare pubblico e squadra: due settimane dopo, che fine ha fatto l'Inter? Da quando la formazione di Spalletti è diventata a tutti gli effetti una candidata autorevole per lo scudetto, non ne ha ingranata più una. Solo un punto nelle ultime tre partite, quello strappato in casa della Juventus. Poi le sconfitte con Udinese e Sassuolo. Il mortificante pareggio col Pordenone. E una media realizzativa da incubo, con appena un gol all'attivo nelle ultime quattro gare ufficiali. Insomma, qualcosa si è inceppato nel meccanismo perfetto di Spalletti. Ma cosa?

L'ATTACCO - I nerazzurri non sono mai stati troppo prolifici in questa stagione, ma con la difesa impenetrabile spesso bastava un golletto, realizzato magari nei minuti finali, per portare a casa i tre punti. Ultimamente, invece, i golletti non arrivano e la classifica ristagna. Col Sassuolo si è bloccato pure Icardi, il grande trascinatore dell'Inter nella prima parte di stagione. Un rigore sbagliato e una prestazione non all'altezza, come può capitare a chiunque nell'arco di una stagione. Anche Perisic e Candreva sembrano accusare un periodo di leggera flessione, mentre le soluzioni nuove proposte da Spalletti - Brozovic in primis - non appaiono efficaci.

LA DIFESA - L'altra faccia della medaglia, più nera che azzurra, è rappresentata dalla difesa. Reparto capace di uscire indenne dalle trasferte di Napoli e Torino, di limitare i danni a Roma, di confermarsi solida e inespugnabile - complice anche un super Handanovic - in svariate circostanze. Nelle ultime uscite, invece, sono fioccati gli errori. Quelli con l'Udinese e anche quello del Mapei Stadium, con Falcinelli libero di inzuccare in rete a due passi dalla porta. Serve ritrovare compattezza, anche se non è proprio l'abbondanza il punto forte dei nerazzurri: appena tre i centrali in rosa. E se si fa male uno tra Miranda e Skriniar sono dolori, visto che il primo - e unico - sostituto è Ranocchia.

I NUOVI - L'inserimento dei nuovi, poi, è l'altro tasto dolente. Se Vecino e Borja Valero si sono integrati abbastanza in fretta con i meccanismi di Spalletti, non altrettanto si può dire degli altri fiori all'occhiello della campagna acquisti estiva. Joao Cancelo non ha impressionato più di tanto a Reggio Emilia, anzi per lui si parla di un clamoroso ritorno al Valencia. Anche l'impiego di Dalbert e Karamoh è stato limitato all'essenziale. Spalletti, insomma, si fida più della vecchia guardia che degli ultimi arrivati. Ma per competere per grandi obiettivi serve una rosa all'altezza, qualitativamente e quantitativamente. Soprattutto di questi tempi che, con la Coppa Italia, per l'Inter sono insolitamente ricchi di impegni.

Tommaso Rizzo


Tags: inter sassuolo luciano spalletti

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