Juventus, Allegri: Pensiamo a un titolo alla volta, non al triplete

Per arrivare a tre bisogna passare per uno e due. Questo, in pratica, il pensiero di Allegri sul Triplete. Un obiettivo, certo, ma anche una pressione forte che il tecnico della Juventus vuol mantenere entro certi limiti. Domani c'è l'anticipo di campionato con l'Atalanta ed allora meglio pensare a un titolo per volta: “Questo benedetto triplete... Dobbiamo prima pensare a vincere il primo titolo, poi il secondo e infine raggiungere la finale in Champions. Siamo a un risultato parziale, dobbiamo lavorare in questo mese importante dove bisogna affrontare gli allenamenti nel migliore nei modi e giocare le partite senza pensare a cosa succederà tra un mese, ci vogliono anche momenti di euforia. Al momento però la Juventus non ha vinto nulla, dobbiamo ancora raggiungere la finale di Champions e vincere in Italia. Non dobbiamo dare la possibilità alla Roma che la Juve possa sbagliare. L'obiettivo a livello di consapevolezza europea c'è stato, ora bisogna cercare di vincere in Europa". I conti il tecnico bianconero li ha già fatti:  "La finale di Coppa Italia è il due giugno, ma l'obiettivo è finire la stagione il quattro giugno. Io ho pensato alle avversarie della Juventus, da queste due giornate verrà fuori lo Scudetto. Dobbiamo fare otto punti, o ne vinci tre o fai due pareggi e due vittorie. Dobbiamo pensare al nostro impegno, ma le partite sono tutte difficili”. Dopo i complimenti all'Atalanta e schivate le domande di mercato su Caldara e Spinazzola oggi bergamaschi ma presto juventini, Allegri dà la formazione di domani: “Giocano Buffon, Dani Alves, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro. Davanti i soliti quattro, c'è Khedira perché poi è squalificato a Monaco e Pjanic che ha riposato col Genoa.. Cerco sempre di mettere la squadra migliore per la partita, veniamo da cinque giorni di riposo e poi ne avremo altrettanti prima della sfida di Champions. Dobbiamo pensare alla sfida di domani, che sarà cruciale per il campionato come la sfida contro il Torino”.

Stefano Grandi