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Juventus, Agnelli: Quarto scudetto da leggenda ma gap con estero

24/10/2014 11:28

Juventus, Agnelli: Quarto scudetto da leggenda ma gap con estero |  Sport e Vai
Sempre più su a casa propria, sempre più giù quando bisogna confrontarsi in Europa. Lucida l’analisi del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che nel corso dell’assemblea degli azionisti ha presentato numeri confortanti dal punto di vista del bilancio ma insufficienti per essere al top nelle coppe. L’obiettivo quarto scudetto inorgoglisce ma il gap con le migliori di Champions resta un nodo insuperabile. Agnelli elenca motivi per sorridere e per intristirsi: "La Juventus è tra  le prime dieci societò al mondo, è stata notevolmente distanziata dalle altre big d'Europa a causa di un limite strutturale del calcio italiano. La nostra società ha comunque fatto registrare un fatturato sopra i 300 milioni. I ricavi da stadio all'estero sono il doppio. Il calcio italiano è scomparsi dagli schemi internazionali negli ultimi 10 anni. Il Liverpool ha un main sponsor che opera solo in Asia, Africa e Medio Oriente e non in Europa, questo testimonia il forte traino del marchio Premier League, frutto di un lavoro iniziato quindici anni fa. Nuove partnership ci permetteranno di aumentare i ricavi, ma bisognerà andare di pari passo con la Serie A. Venuta meno una consolidata consuetudine, il meccanismo cervellotico di elezione del presidente federale è riuscito a trascurare le indicazioni di tutte le componenti tecniche, calciatori, allenatori e arbitri, e di una consistente parte della serie A. Si è trattato di una sconfitta per tanti e di una vittoria per alcuni abili e disinvolti personaggi, che affondano le radici del loro consenso in un tempo lontano, durante il quale la logica delle satrapie poteva reggere il potere. Ma si è trattato soprattutto di una sconfitta per il calcio italiano. Persino la Uefa ci guarda con circospezione. Il calcio è passione e va riportato al centro del nostro comparto. La revisione delle rose è sacrosanta ma deve essere rafforzata dalla seconde squadre e leggi sull'immigrazione. Non è coraggio ma gestione e programmazione, garantita dal passaggio dei giovani alle prime squadre. I ricavi televisivi devono garantire più equità e stabilità. La Serie A deve tornare ad essere un punto di riferimento". L’ATTACCO - Il presidente della Juve va giù duro e attacca la governance del calcio italiano: “Basta guardare con un minimo di distacco e senza partigianeria la situazione del calcio italiano per riconoscerne il progressivo declino. Qualcuno nell’establishment ha avuto il coraggio di sostenere che, siccome l’Italia nel suo complesso ha perso terreno in ogni comparto, allora la crescita della nostra industry, seppur inferiore a quella di altri Paesi, dovrebbe tranquillizzarci. Non è così poiché si tratta di una crescita legata esclusivamente all'evoluzione del mercato televisivo. Meno di vent’anni fa Inghilterra, Spagna e Germania guardavano all’Italia come ad un esempio: oggi ci hanno sopravanzato in qualsiasi parametro di riferimento: 1) livello di ricavi 2) in termini di sostenibilità del business 3) risultati sportivi 4) valori assoluti e relativi di riempimento degli stadi 5) ranking UEFA. Oggi fatichiamo a difendere la quarta posizione dal Portogallo. Solamente dieci anni fa dalla gestione “match day” la serie A generava gli stessi ricavi della Bundesliga, poco meno di quelli della Liga spagnola e circa un terzo di quelli della Premier League. Eravamo già allora una tartaruga oggi siamo un gambero. La Bundesliga e la Liga generano oggi il doppio e i ricavi da stadio del nostro calcio sono scesi sotto la soglia dei 200 milioni di euro, di cui il 20%, un quinto, prodotti dallo Juventus Stadium. Quest’ultimo rimane invece l’unico esempio di struttura all’avanguardia, ma rappresenta soltanto un ventesimo del prodotto complessivo. Troppo poco”. LA SODDISFAZIONE -Dei risultati in campionato Agnelli è contento: “L'area sportiva ha basi solide, costituite, in primis, da Massimiliano Allegri, un tecnico che ha già dimostrato di saper vincere Insieme a Paratici, Nedved e ad un gruppo di calciatori in grado di affrontare nuove sfide, sta lavorando per vincere il quarto scudetto consecutivo. Un'impresa che ci avvicinerebbe alla leggenda. Solo una volta nella sua storia la Juventus ha vissuto un periodo paragonabile a quello che stiamo attraversando. Nel maggio di quest'anno abbiamo conseguito il terzo scudetto consecutivo, un'impresa che i colori bianconeri non vedevano dagli anni '30 del secolo scorso. E il nostro fatturato per la prima volta supera i 300 milioni. Il ritorno dopo 4 anni all’utile operativo, completa il risanamento. Siamo nella top 10 mondiale" Stefano Grandi  

Tags: juventus allegri champions agnelli liverpol

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