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Juve, le ammissioni di Agnelli su rapporti con ultrà fanno discutere

22/09/2019 11:04

Juve, le ammissioni di Agnelli su rapporti con ultrà fanno discutere |  Sport e Vai

Prima che possa essere messa una pietra sopra il complesso rapporto tra i club e i propri ultrà dovrà passare molto tempo. Ieri Report su Rai3 ha trasmesso un ulteriore approfondimento sulla vicenda-Juventus, facendo sentire anche le intercettazioni telefoniche più scottanti. Il Corriere della Sera invece riporta gli atti delle deposizioni del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che nello scorso febbraio parla come persona informata sui fatti davanti al pubblico ministero di Torino Chiara Maina e ai poliziotti della Digos che stanno indagando sulle presunte estorsioni degli ultrà ai danni del club bianconero che aveva presentato denuncia in Questura il 19 giugno 2018 dando il via all’inchiesta che ha portato al blitz di una settimana fa, con 10 leader ultrà arrestati e due con l’obbligo di dimora: "In curva si entra a proprio rischio e pericolo, particolarmente nel settore centrale - aveva dichiarato in quella occasione Agnelli -. Non saranno tutti delinquenti i tifosi della curva, ma certamente ci sono una serie di capi ultrà che hanno potenzialità delinquenziali: Toia, Grancini, Mocciola".

"Nel 2018, alla luce degli eventi , vista l’evoluzione della situazione e in ragione della collaborazione che abbiamo sempre avuto con la polizia di Stato, abbiamo deciso in perfetto accordo con i miei collaboratori di presentare denuncia. Per lasciare prova scritta, cosa che fino al 2016 non era mai successo".

"Certamente—dice Agnelli agli investigatori — io sono sempre stato consapevole che i gruppi ultrà, con una serie di comportamenti minacciosi e violenti, sono in grado di danneggiare e quindi ricattare la società". Alla quale capitava di cedere: "Talora — spiega ancora Agnelli — con richieste anche non particolarmente violente, siamo stati costretti ad aderire alle medesime, sapendo delle possibili conseguenze negative come cori e altre condotte, che possono comportare squalifiche o chiusura della curva".

"I gruppi ultrà, attraverso lo strumento della responsabilità oggettiva nel diritto sportivo, possono mettere in atto e hanno messo in atto nei nostri confronti e anche in quelli di altre società di serie A i comportamenti ricattatori che ho descritto".

"Se Pairetto — aggiunge Agnelli — ha avuto rapporti diretti con questi gruppi non lo so, io non ho avuto rapporti con gli ultrà dall’inizio di questa vicenda, dal 2018".

Agnelli viene interpellato anche su Giuseppe Franzo, 54 anni, presidente dell’associazione «Quelli di via Filadelfia», difeso dall’avvocato Ennio Galasso, e agli arresti domiciliari da lunedì scorso, accusato di estorsione aggravata e di tentata estorsione: "Conosco Franzo — risponde Agnelli — lui non ha un ruolo formale, è un sounding border, in italiano lo definirei un consigliere. Franzo sarà entrato nell’ambiente Juventus da 4 o 5 anni. Quello che posso dire è che è un personaggio noto a tutti, da sempre. Ci si rivolge a lui come esperto di curva".


Tags: juventus ultrà agnelli

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