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Italia, Conte: Non sono primo ct a chiamare oriundi

23/03/2015 15:04

Italia, Conte: Non sono primo ct a chiamare oriundi |  Sport e Vai
La polemica innestata da Roberto Mancini, che vorrebbe in azzurro solo chi è nato in Italia, non è piaciuta al ct Conte che nel primo giorno di raduno a Coverciano ha spiegato:Non sono il primo ad averne convocati e non sarò l'ultimo a convocarli. In passato altri ne hanno fatto parte, penso a Camoranesi, Ledesma, Paletta, Thiago Motta, Amauri e Romulo. All'ultimo Mondiale c'erano 83 oriundi. Queste sono le regole, questo è il calcio. Le polemiche si possono sempre fare, io le rispetto ma non ho fatto niente di strano rispetto al passato. Li avrei visti volentieri negli stage, avrei avuto le idee più chiare, ma li ho voluti premiare e in questi giorni li valuterò. Mi ero già espresso su Vazquez, che a differenza di Dybala aveva detto subito di sentire il fatto di essere italiano. Ho parlato con Iachini e col ragazzo, lui si sente punta anche se ora gioca trequartista. Non credo che possa fare l'interno, può giocare da punta ma è qui proprio perché voglio valutarlo. Alcuni non hanno provato a vestire la maglia azzurra, ma io non ho mai forzato nessuno. E' una cosa che ognuno si deve sentire dentro, non deve essere un ripiego. Vazquez e Eder stanno facendo benissimo, li voglio testare e valutare per capire se possono fare al caso nostro. La Nazionale è per i migliori e ci devono arrivare i migliori". Anche perché gli italiani giocano sempre meno: "Non mi sento di colpevolizzare i tecnici, i miei colleghi provano a far giocare i migliori per ottenere successi. Gli allenatori sono i meno responsabili". Non ci sono due senatori come Pirlo e De Rossi: "Possono dare tutti alla Nazionale, ma questa può essere un'opportunità perché ragazzi come Verratti avranno la possibilità di dimostrare. Non mi immagino però mai una Nazionale di un giocatore. Non ci sarà mai la Nazionale di un giocatore fin quando sarò qua". LE CONVOCAZIONI - Lo stage negato sarebbe stata l’occasione per valutare qualche altro giovane (“Questione di tempo, ne avrei voluti vedere altri come ad esempio Sansone del Sassuolo. Alcuni li ho lasciati all'Under 21 perché a giugno c'è l'Europeo. Lo stage sarebbe stato il momento giusto per vederli, ma me ne sono fatto una ragione") ma non mancano comunque le novità tra le convocazioni, come Valdifiori: "Quello è un ruolo in cui siamo coperti. Penso ad esempio a Montolivo. Ha fatto una lunga gavetta e merita di essere qua. L'ho visto in B e lo volevo con me, sono curioso di vedere come si comporta". Diverso il discorso per Barzagli, rientrato dopo 8 mesi di stop, e Cerci che sta vivendo un mokmento delicato al Milan: "So cosa aspettarmi da Barzagli, l'ho avuto per 3 anni. Andrea si allena da più di un mese, se non giocava era esclusivamente per scelta tecnica. Ha fatto 3 gare in una settimana, vuol dire che sta bene. E' un ottimo professionista e uno dei migliori difensori italiani. Cerci invece vive una situazione che inizia a farci porre delle domande. Ha qualità teniche e io ci credo ma sta giocando poco. Finché mi darà delle garanzie farà parte di questo gruppo, quando viene chiamato mi auguro che possa ancora dare il suo contributo". Inevitabile parlare anche della “sua” Juve: “Ha dimostrato in tutto e per tutto di essere più forte. Le antagoniste per diversi motivi hanno trovato dei problemi, tanto che per il secondo-terzo posto sarà una bella lotta. Complimenti alla Juve, dopo 3 anni non era facile vincere ancora". Vedere tre italiane ai quarti in Europa è comunque un bel segnale per il ct: “Dobbiamo esserne felici, è un buon segno. Sono più ottimista rispetto al passato, perché vedo che altri paesi cominciano a zoppicare, come per esempio l'Inghilterra. Questo ci deve rendere felici, queste squadre possono andare avanti e questo può riaccendere interesse verso il nostro campionato". Stefano Grandi

Tags: italia mancini ledesma conte vazquez verratti

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