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Inter: Robi Baggio: Io a Firenze come Borja Valero oggi

24/07/2017 12:22

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«Io nei confronti di Firenze avevo e avrò sempre un grande senso di gratitudine, per i due anni di stop dopo il mio primo infortunio al ginocchio. Non avevo mai giocato e la gente mi stava vicino, mi dimostrava il suo affetto, mi stimolava a non mollare, mi diceva che mi avrebbero aspettato. Sono cose che io non dimentico. Credo che a Borja Valero sia successo qualcosa di simile». In un'intervista al Corriere della Sera Roberto Baggio torna a parlare dopo lungo silenzio, poco dopo aver compiuto i suoi 50 anni (“ero più preparato a smettere di giocare che a compiere 50 anni”) e nelle vicende di mercato della Fiorentina, sua ex squadra, non si rivede in Bernardeschi, passato alla Juventus, ma in Borja Valero, finito all'Inter.Quando passò dalla Fiorentina alla Juve, diventò mister 25 miliardi, il prezzo del suo cartellino in lire. Cioè 12,5 milioni di euro, oggi il prezzo di un difensore dai piedi nemmeno troppo buoni. Quanto varrebbe Roberto Baggio in questo mercato? «Non ne ho idea». (Voce dal fondo, del suo manager e amico storico Vittorio Petrone: «150 milioni di dollari»). Il Baggio di oggi si vede chiaramente da un punto di vista tattico: «Seconda punta in un 4-3-1-2, sicuro. Di fianco a un centravanti vero». Platini lo definì un 9,5… «Definizione perfetta. Era la realtà. Chi possa essere il mio erede non lo so. Guardo molto calcio sudamericano e, da tifoso del Boca Juniors, mi piace molto Centurion. Ma deve migliorare fuori dal campo. Il calcio è bello perché c’è spazio per tutti. Quando giocavo io, c’erano calciatori che non sapevano stoppare il pallone neanche con le mani, eppure insultavano tutti e così passavano per gladiatori. Io invece penso che si debba guardare alla sostanza di una persona. Ed è nei momenti difficili che vedi qual è il bagaglio che ti porti dentro. Di certo non sono mai stato uno che ha rincorso un compagno, perché ho sempre pensato che se sbagliava. Credo proprio che col calcio di oggi sarei riuscito a giocare qualche anno più. E non solo io. Ai miei tempi, prima aspettavi la scarpata e solo dopo pensavi a come stoppare il pallone. Oggi, a volte si rischia l’espulsione al primo fallo. Una volta non succedeva. Prendevi la botta e non sapevi nemmeno chi te l’aveva tirata. All’arbitro chiedevi il numero di targa del camion…». Nessun dubbio sul difensore più difficile contro cui ha giocato: «Paolo Maldini. Quando te lo trovavi davanti sapevi che non passavi. Era grosso. Ed era forte di testa, di destro, di sinistro… Dovevi mettere insieme 15 giocatori per fare uno come lui. La maglia la scambiavo volentieri con Marco van Basten. E mi sarebbe anche piaciuto giocarci insieme». Non ha visto l’addio al calcio di Totti: «No, ero via, per me fu una liberazione purtroppo. Purtroppo perché, senza tutti quei problemi, non avrei smesso. Non so che consigli dare a Totti. Ognuno la vive in un suo modo intimo, personale. E ognuno ha la sua reazione a una scelta così difficile».

 

Stefano Grandi


 


Tags: inter baggio borja valero

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