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Insigne: Sto bene con la 24, lasciamo stare la 10 di Maradona

06/10/2015 14:15

Insigne: Sto bene con la 24, lasciamo stare la 10 di Maradona |  Sport e Vai
Occhialini che lo fanno un po’ intellettuale, orecchini in bella mostra, un pizzico di inevitabile emozione: l’uomo del giorno è lui, Lorenzo Insigne, certezza del Napoli e speranza della Nazionale. Da Coverciano racconta il suo magic-moment: “Non capita tutti i giorni di uscire tra gli applausi dei tifosi di casa, come è successo a San Siro”. Tanto s’è detto e scritto sulla sua gavetta e sulla sua infanzia, sui sacrifici dei genitori e suoi: “Ringrazio la mia famiglia, non mi piaceva andare a scuola, la mattina andavo a lavorare, vendevo vestiti al mercato e al pomeriggio mi allenavo. In casa non avevamo niente ma c’era sempre tanta allegria, i miei sacrifici sono stati ripagati e sono contento ora di poterli aiutare. Per me però è solo un punto di partenza, non ho fatto ancora nulla e spero di migliorare sempre di più”. LE DIFFERENZE CON BENITEZ - Lo scorso anno l’infortunio nel momento migliore lo penalizzò, quest’anno il boom: “E’ stato un brutto periodo quando mi sono fatto male ma non mi sono abbattuto. Con Benitez sono cresciuto anche in fase difensiva e non ho mai avuto problemi con lui, anche se ora mi diverto di più. Anche con Benitez qualcuno in squadra suggerì di usare il 4-3-3 per la caratteristiche dei nostri giocatori. Per me comunque è importante andare in campo e fare il massimo, Sarri mi ha fatto partire come trequartista ed ora gioco attaccante esterno ma per me va bene tutto, lui è un maestro di calcio. Nel 4-3-3 mi trovo bene, lo facevo con Zeman. Ringrazio ora Conte per la chiamata, non sta a me giudicare il modulo che sceglierà”. Sarri era stato accolto con una certa perplessità nell’ambiente e con un po’ di freddezza anche da parte della squadra: “Non abbiamo mai dubitato del suo valore di allenatore, non aveva mai allenato in una grande piazza ma il suo Empoli giocava un grande calcio. Dal primo giorno che ci ha parlato ci ha trasmesso la sua grinta. All’inizio credeva nel modulo che ha sempre portato avanti nella sua carriera ma come tutti i grandi che possono sbagliare ha cambiato e i benefici si sono visti”. Anche ad Insigne che per Conte non era un trequartista: “Tra di noi nello spogliatoio, come anche con Benitez, parlavamo: io, Mertens, Callejon da esterni ci esprimiamo meglio. Ma non era solo un problema di modulo il motivo per cui non arrivavano i risultati. Col 4-3-3 però noi esterni ci troviamo meglio”. I SUOI ALLENATORI – Anche a Pescara giocava con questo modulo: “Le differenze con quello di Zeman? Ogni allenatore esprime il suo modo di giocare con le conoscenze che ha, con Zeman mi sono trovato benissimo e ho fatto tanti gol, anche con Sarri mi sto trovando bene, c’è qualche variazione ma molti movimenti sono gli stessi. A Zeman devo comunque tantissimo perché mi ha aiutato alla mia prima vera esperienza importante”. Di scudetto per il Napoli però non vuol sentire parlare: “Troppo presto, ora abbiamo cominciato a fare bene ma andiamoci cauti. Ci proveremo fino alla fine, questo sì”. La pressione giura di non sentirla: “Io vado sempre in campo per divertirmi, non sento pesi particolari, finora mi sto divertendo e spero di continuare così col Napoli e con la Nazionale quando il ct mi chiamerà in causa”. Anche Jorginho è nel mirino di Conte: “E’ un mio compagno e sta facendo molto bene, non spetta a me decidere se deve essere convocato ma sarei contento e sta dimostrando di meritare la Nazionale”. LA MAGLIA DI DIEGO - Essere la bandiera del Napoli lo inorgoglisce: “Vestire questa maglia è il sogno di tutti i ragazzi napoletani, all’inizio ho avuto qualche problema con la tifoseria ma questi momenti sono passati, se qualche volta ho reagito ai fischi è per amore di Napoli ma non ho mai pensato di andar via e ho sempre dato l’ok al presidente per rimanere a giocare qui”. L’ex presidente del Napoli Ferlaino ha proposto la n.10 di Maradona per lui: “Non bisogna scomodare Diego che è stato il più forte di tutti i tempi, impossibile fare paragoni. Se un giorno il Napoli rimetterà la numero 10 – e non sta a me decidere se toccherà a me – sarà un peso e un’emozione indossarla ma io sto bene anche con la 24 e la n.10 possiamo anche lasciarla nel cassetto”. Dopo la sosta il Napoli affronterà la capolista Fiorentina: “Quest’anno il campionato è molto equilibrato, loro sono partiti bene, è una partita importante per tutte e due”. Stefano Grandi     

Tags: nazionale benitez conte maradona insigne sarri

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