Il mistero Balotelli: Da idolo di Nizza allo 0 in pagella tra i fischi

Tre cartellini rossi, 11 gol, otto ammonizioni,19 presenze, tante polemiche. Il bilancio di Mario Balotelli a Nizza oscilla da sempre tra gli eccessi: l'espulsione rimediata ieri con il Llorient è la terza in Ligue1 ma soprattutto quella che ha fatto definitivamente tramontare l'amore tra il club francese e quello che sembrava essere tornato ad essere SuperMario. Bipolare come non mai la storia dell'ex bomber della nazionale in Francia: accolto con qualche sospetto, quando fu preso in prestito questa estate dal Liverpool che non sapeva che farsene, diventato presto un idolo a suon di gol con la squadra di Faivre che stava dando lezioni a tutti, invocato anche in azzurro con Ventura costretto a spiegare ogni volta che servivano controprove concrete di come fosse cambiato (soprattutto fuori dal campo) ed oggi fischiato da tutti. Ha fatto scomodare quasi i numeri relativi Balotelli per le pagelle della partita di ieri: i giornali francesi gli hanno riservato voti indecenti (dal 2 all'1 fino allo zero assoluto). Lui, che solo a gennaio aveva avuto l'onore di vedersi riservare uno dei murales nel quartiere di Moulins in Costa Azzurra (la sua gigantografia aveva preso il posto di quella dell'ex attaccante rossonero Hatem Ben Arfa, cancellata dai sostenitori del Nizza), in questo 2017 ha fatto un crollo verticale inspiegabile. Sono emersi i primi contrasti con Faivre che lo ha lasciato in panchina due volte di fila, contro il Saint Etienne e contro il Rennes con l'accusa di non difendere e non aiutare la squadra, poi la grande chances ieri con il Llorient. Un'occasione che Balotelli si è fatto sgusciar via lasciando i suoi in 10 con l'espulsione per rosso diretto. Altro giro a vuoto, dunque, ennesima chance di rilanciarsi agli occhi del mondo buttata a mare. Che sarà pure il mare della costa azzurra, ma che lascia Balotelli nel limbo definitivo degli eterni incompiuti. E ci vorrà davvero tutta l'abilità di Mino Raiola per trovargli un'altra squadra l'anno prossimo.

Stefano Grandi