Higuain così non serve, Gattuso non si limiti a prendersi le colpe

La Grande Illusione è durata un'ora. Vincere nel debutto di campionato, farlo al San Paolo sotto gli occhi del Maestro Ancelotti sarebbe stato un sogno, ma è sfumato. E' diventato un incubo e il day-after è quello delle riflessioni. Troppo forte il Napoli rivoluzionato da don Carlo o troppo immaturo il Milan? Sopra di due gol la gestione della partita doveva essere diversa, al di là della comprensibile reazione degli azzurri ma tra luci e ombre il Milan ha palesato alcuni equivoci. Il primo riguarda Higuain. A che serve avere un bomber così forte se non lo si sfrutta e non vengono valorizzate le sue qualità? E' vero che non può vincere le partite da solo, è vero che serve sempre il gioco di squadra ma la vera, grande differenza rispetto alla squadra dello scorso anno è la presenza in area di uno dei migliori centravanti del mondo. La manovra va impostata per metterlo in condizione di nuocere. A Napoli il Pipita ha fatto un solo tiro in porta. Ha aiutato la squadra, sicuro, ha fatto movimenti preziosi ed ha messo lo zampino sul secondo gol ma è troppo poco. Gattuso deve studiare la maniera di servirlo di più e meglio. Diversamente è un lusso e basta. Ma come si spiega la metamorfosi dopo il 2-0? S'è spenta la luce, ha detto Ringhio, ma non può essere un calo fisico a motivare un simile crollo. La personalità non c'è ancora ma qualche accortenza tattica era obbligatoria. “Mi prendo tutte le responsabilità” ha detto Gattuso, e non è la prima volta – da quando è seduto sulla panchina del Milan – che si veste d'umiltà auto-accusandosi. Eppure neanche questo basta. Se davvero ha sbagliato tante volte, è ora di crescere. Il Milan non può essere culla di potenziali bravi, deve essere territorio di campioni. In campo, come in panchina.

Stefano Grandi