Gattuso, meno mea-culpa e più idee per valorizzare la qualità del Milan

Umiltà sincera o una maniera per schivare le critiche? Non è la prima volta che Gattuso mette il saio dopo una gara altalenante del suo Milan, vuoi per prendersi tutte le colpe per una sconfitta, vuoi per rifiutare i complimenti “che mi danno fastidio”, vuoi per difendere la squadra. Anche dopo Cagliari il tecnico rossonero ha sottlineato lacune sue oltre che del gruppo e ha respinto al mittente gli applausi che gli arrivavano dall'esterno ma questi continui mea-culpa alla lunga rischiano di indebolire la sua posizione. La verità è che questo Milan ha tanta qualità ancora inespressa e se la punta dell'iceberg è la difficoltà a servire Higuain come meriterebbe un campione del genere, i problemi esistono anche in altri reparti. Da progetto di squadra a squadra vera e compatta il passo può essere lungo ma è indispensabile, Ringhio lo sa (“Alcuni non se ne rendono ancora conto che sono forti”) e sottolinea un aspetto del problema (“dobbiamo avere una miglior lettura delle partite”) ma ancor prima che leggerle nel loro svolgimento le partite vanno preparate per far rendere al massimo i migliori giocatori che hai. Come il Pipita, ovviamente, ma anche come Suso, come Kessie, come gli esterni bassi o come i Laxalt e i Castillejo che hanno dimostrato di meritare più spazio. Deve cambiare qualcosa Gattuso, smettendola magari con le assunzioni di responsabilità in pubblico e dimostrando con i fatti di saper far volare un Milan che ha i mezzi per centrare un posto in Champions. Le prime giornate di campionato hanno detto che dietro Juve e – staccato – il Napoli c'è posto per tutti. Specie per chi ha campioni veri in squadra.