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Garella: Sbagliai io con Bianchi ma che ricordi contro il Real

18/05/2020 08:36

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«I campioni più famosi erano tutti in Italia. Zico, Platini, Falcao, Junior, Rumenigge, Socrates... Ma il numero uno rimaneva lui, Maradona. Sognavo di giocare col più grande, e ci sono riuscito. Allenarsi con lui era uno show. A Genova, durante la seduta di rifinitura pre-partita lo sfidai, Diego non voleva più smettere di battere punizioni. Il resto della squadra era ormai sul pullman, ma lui continuava a stare in campo». Claudio Garella ha da poco compiuto 65 anni ed apre il baule dei ricordi intervistato da Il Giornale. Il portiere degli storici scudetti di Verona (1985) e Napoli (1987) è capace di fare autocritica e ammettere gli errori: «Il modo in cui ruppi col mister Ottavio Bianchi fu sbagliato, e sbagliai anche il 10 settembre '89, quando commisi un fallaccio su Borgonovo del Milan. Berlusconi si arrabbiò, aveva ragione». A Napoli avrebbe potuto vincere anche un altro titolo: «Dopo scudetto e Coppa Italia, col Napoli avremmo potuto fare il bis l'anno successivo - dice il portiere -. Invece perdemmo il campionato sul filo di lana. Ma il Milan di Sacchi lo meritò. La parata più bella, contro il Milan: palla smanacciata sul palo su colpo di testa di Hateley. Il gol più amaro: quello di Butragueño nella gara di ritorno contro il Real Madrid che ci eliminò dalla Coppa dei Campioni. Nel primo tempo facemmo una partita strepitosa, il Real sembrava una squadretta».

Gianni Mura lo battezzò invece «Compare Orso», aggiungendo: «capace però di volare come Batman». «Ma il complimento più bello - ammette - lo ricevetti dall'Avvocato che, col suo umorismo, coniò una definizione passata agli annali: Garella è il miglior portiere del mondo. Senza mani, però. Si riferiva alla mia capacità di saper parare anche con i piedi. Aver meritato una battuta da Gianni Agnelli è importante, significa aver lasciato un segno nel mondo del calcio».

 

 

 

 


Tags: Bianchi maradona Garella

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