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Dzeko: Io, la fascia, il rapporto con Salah e Radja e la voglia di vincere

16/03/2020 11:14

Dzeko: Io, la fascia, il rapporto con Salah e Radja e la voglia di vincere |  Sport e Vai

"La fascia di capitano? Non ho rubato niente a nessuno, è una cosa naturale. Sono l’unico calciatore rimasto rispetto a 5 anni fa. È un privilegio per me arrivare dopo Totti e De Rossi, che sono le più grandi leggende non solo della Roma ma anche in Italia. È una responsabilità ancora maggiore. Avevo 30 anni quando sono arrivato, l’anno prossimo ne avrò 34. Mi sento pronto”. Edin Dzeko si confessa in una lunga intervista a The Athletic, parlando della sua maniera di vivere le gare ("Non dormo mai dopo le partite. Troppi pensieri, troppi pensieri su tutto. Anche dopo una grande vittoria. Dopo ogni partita, puoi fare analisi, che sia una vittoria o che sia una sconfitta. Magari c’è stata qualche occasione in cui avrei dovuto segnare e non l’ho fatto e penso a come avrei potuto fare. O a qualche passaggio importante che non ho fatto. O alla partita in generale. Ci penso sempre molto”) e dei tanti campioni che ha avuto come compagni, da Nainggolan a Salah: “È stato facile giocare con Radja e con Momo a destra. Loro hanno le qualità di dare i passaggi giusti, di aprire gli spazi per me e per loro stessi. Per esempio, Salah era molto veloce ma anche bravo a prendersi il pallone. Qualche volta, se io avevo il pallone, lui correva già dietro ai difensori, e io dovevo solo darglielo. Avevamo un ottimo rapporto, davvero ottimo. Ci capivamo l’un l’altro sul campo. Anche con Radja era così, lui giocava da numero 10 in quella stagione. È uno che capisce il calcio. Capirsi con Momo e Radja non è una cosa che nasce dal primo giorno. Parlavamo molto prima delle partite, dopo le partita, sui movimenti, su come mi piace giocare, su come a loro piace giocare. L’allenamento è tutto. È un processo. Prima di capisci con i tuoi compagni, meglio è per la squadra”. Dopo aver ricordato alcuni suoi gol storici, il bosniaco parla delle critiche:  “È il calcio, bisogna abituarcisi. Capisco che a volte tu segni un gol e tutti ti amano. Poi non segni per 3-4 partite e quasi tutti ti odiano. Direi che è naturale. Forse è difficile per alcuni giocatori, specialmente i più giovani. Per loro la pressione è maggiore. Per esempio, sono sicuro al 100% che non è la stessa cosa  fischiare me o fischiare giocatori più giovani come Kluivert. È molto più difficile per loro. Li chiamo i miei bimbi, perché, sono 14 anni più vecchio di loro”. Infine un passaggio sulla Roma di oggi:  “È un peccato per un club come la Roma non aver vinto nulla in questi anni. Spero che questo possa cambiare, perché questo club merita di vincere trofei. Qui c’è tutto quello che puoi desiderare. Dobbiamo fare questo ultimo passo: vincere trofei. Ogni trofeo ti dà più fiducia nel fatto di poter raggiungere traguardi più alti”.


Tags: Roma dzeko salah

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